Il 23 settembre è una data indelebile della storia di Torre Annunziata. Gli uomini, le donne di buona volontà e, soprattutto, chi non vuole arrendersi all’assuefazione e alla rassegnazione l’hanno cerchiata nei loro calendari.
Il 23 settembre del 1985 veniva commesso un omicidio efferato, violento, spietato, feroce. La vittima un giovane giornalista di appena 26 anni, Giancarlo Siani, la cui unica colpa è quella di aver scritto e pubblicato un articolo su Il Mattino il 16 giugno 1985.
Sono trascorsi 38 anni dalla sua morte. Un lasso di tempo molto corposo che, in altre latitudini, sarebbe stato sufficiente per elaborare idee e progetti utili alla trasformazione, alla riqualificazione, al riscatto del territorio responsabile di quel barbaro assassinio. Ma non qui a Torre Annunziata dove abbiamo registrato solo trascurabili cambiamenti.
Niente di profondo, radicato, forte, intenso. Per anni, lunghissimi anni questo stesso territorio ha colpevolmente indossato i panni da esorcista nel tentativo di liberarsi da questa incontrovertibile e scomoda verità, fino a quando il mondo della scuola non ha eletto il 23 settembre data simbolo di ripartenza per un’idea-sogno dai contorni netti di futuro sereno.
«Giancarlo Siani con passione, coraggio e onestà ci ha insegnato il vero significato dell’onore. Onore è sentire violata la dignità umana dinanzi ad un’ingiustizia grave, è far seguire dei comportamenti indipendentemente da vantaggi e svantaggi, è agire per difendere ciò che merita di essere difeso». L’impeto del messaggio degli studenti del Liceo Pitagora Croce di Torre Annunziata è autorevole, perseverante, potente.
Già, la scuola, gli studenti. Ambienti fortunatamente ancora integri, incontaminati che riescono a promuovere contenuti culturali e sociali non inquinati.
E allora adottiamolo questo messaggio dei liceali torresi. Perché la cittadinanza onoraria conferita a Giancarlo nel 2019 non rappresenta un’assoluzione. Dopo 38 anni siamo ancora colpevoli della sua morte.Tutti!