Percorrendo Lungomare di Oplonti, finalmente si può osservare il… mare.
Sembrerebbe un’affermazione ovvia, invece un anno fa non era così. La vista del mare era completamente coperta da montagne di rifiuti, accumulatesi in oltre 40 anni di incuria del territorio. La spiaggia della Salera, infatti, era diventata una vera e propria discarica a cielo aperto: amianto, materiale cementizio, copertoni di auto, plastica e immondizia varia veniva scaricata giornaliermente, incurante del danno ambientale che si procurava. Con la realizzazione della bretella di collegamento porto-zona industriale, a cui poi si è dato il nome di Lungomare di Oplonti, è venuto alla luce questo scempio e l’area è stata posta sotto sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria.
Finalmente l’anno scorso, nel mese di giugno, il Consorzio Campale Stabile di Benevento, aggiudicatario dell’appalto di circa 2 milioni di euro, ha iniziato l’opera di rimozione di rifiuti, inquinati per la maggior parte da amianto. E ad un anno esatto dall’apertura del cantiere i lavori sono stati portati a termine.
A questo punto va fatta una precisazione. Quello effettuato è stato un intervento di rimozione dei rifiuti (1.700 tonnellate di materiale contenevano amianto), e non di bonifica dell’area, che sarà effettuata successivamente.
L’iter di bonifica prevede l’esecuzione di campionamenti ed analisi strumentali per individuare le concentrazioni degli inquinanti e confrontarle con le Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC).
Se l’area fosse contaminata prevalentemente da amianto, si potrebbe procedere con l’operazione del suo incapsulamento. La procedura si basa sull'applicazione di un telo in polietilene ad alta densità (HPDE), che oltre ad essere tra le più economiche, andrebbe ad incapsulate il terreno che attualmente sostiene la strada.
Un’ultima precisazione. La “spiaggia” della Salera è un’area portuale e nel progetto di ampliamento dello scalo oplontino si conta di utilizzare proprio questa parte di “spiaggia” per realizzare una nuova banchina.