Luigi Cafiero, Luigi D’Alessio, Rosa Visone, Luigi Staiano, Giuseppe Veropalumbo, Giancarlo Siani, Matilde Sorrentino, Costantino Laudicino, Andrea Marchese, Maurizio Cerrato, Antonio Morione, Raffaele Pastore.
E’ il direttore del quotidiano Metropolis, Raffaele Schettino, a declinare l’infausto elenco delle vittime della criminalità di Torre Annunziata nell’aprire e moderare l’evento “Il valore della memoria”, organizzato dal presidio di Libera della città oplontina, in memoria di tutti i martiri che hanno pagato con la vita il loro essere giusti ed onesti.
«Il valore della memoria è l’aspetto fondamentale sul quale riflettere - sottolinea don Ciro Cozzolino, referente locale di Libera - e sul quale è possibile costruire un futuro diverso. Una comunità che non ricorda, è una comunità destinata inevitabilmente a perdersi e disperdersi».
La memoria va coniugata con la speranza, come sostiene Alberto Rocchini, il pastore della Chiesa Evangelica Luterana che ha ospitato la manifestazione: «Nessun ambito della vita umana è estraneo alla dimensione delle risorse. Per questo semplice motivo anche ad una realtà difficile come Torre Annunziata non deve essere preclusa alcuna possibilità di riscatto».
Il 23 novembre non è un giorno qualsiasi o scelto a caso. Esattamente 26 anni fa veniva ammazzato a Torre Annunziata Raffaele Pastore, il commerciante che aveva “osato” denunciare alle autorità giudiziarie, senza esitazione, la richiesta di pizzo da parte della camorra.
E’ Beatrice Federico, la vedova di Pastore, a ricordare quei drammatici momenti vissuti proprio nel luogo dove si svolge l’evento: «Lello è stato ucciso proprio qua, dietro di noi. Dal luogo preciso ci divide solo una parete». Poi aggiunge: «Voglio ringraziare voi che siete qui, perché se siete qui, significa che siete disponibili al cambiamento. Questo non è solo un momento per ricordare, ma soprattutto un’occasione per costruire. Rispetto ad allora possiamo affermare che oggi abbiamo preso coscienza che il problema “camorra” esiste, ne parliamo, ma ancora non lo abbiamo risolto. Stiamo confondendo i sogni e le speranze dei giovani torresi che in questo momento vivono tra crisi economica e incertezza sociale. Stiamo dando loro una visione del futuro che sembra più nera del passato. Ma la nostra speranza restano loro, i nostri giovani».
Beatrice Federico conclude con un monito agli inquirenti: «Dopo 26 anni è giunto il momento di conoscere i nomi dei mandanti e degli esecutori dell’assassinio di Lello. Non è più tollerabile un silenzio del genere».
I killer senza volto di Raffaele Pastore fanno parte di un lunghissimo elenco di delitti impuniti. «Su 1071 vittime della criminalità organizzata - riferisce il coordinatore provinciale di Libera Antonio D’Amore - per il 70% non si è riusciti ad individuare i responsabili». Un dato raccapricciante su cui riflettere. Con serietà e consapevolezza.