Quante volte sentiamo dire che Torre Annunziata ha una posizione geografica invidiabile ed un clima meraviglioso per trascorrervi le quattro stagioni dell’anno?
Affermazioni condivisibili. La città oplontina è alle pendici del Vesuvio, è bagnata dal mare con ampie distese di spiagge di sabbia vulcanica, ha scavi archeologici e terme, dista 4 chilometri dal Parco Archeologico di Pompei, 26 da Sorrento, 40 da Amalfi. Ha il terzo porto della Campania, anche se poco sfruttato dal punto di vista turistico, perché vi potrebbero attraccare navi da crociera per turisti diretti, tramite bus o minibus, ad Oplontis, Pompei e costiera sorrentina e amalfitana.
Vogliamo parlare poi del clima? Torre Annunziata è stata, dalla metà dell’Ottocento e fino agli inizi degli anni Settanta del XX secolo, sede di decine e decine di pastifici e mulini. E sapete perché? Per il suo clima asciutto. Infatti quando ancora non esistevano gli essiccatori, la pasta veniva asciugata su canne poste sugli ampi marciapiedi antistanti i pastifici o sui lastrici solari.
Il turismo a Torre Annunziata negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso
Dagli anni ’50 agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso, Torre Annunziata ha vissuto un periodo florido anche grazie al turismo. Infatti, molte persone vi prendevano case in affitto per trascorrere l’estate, mentre le spiagge brulicavano di cittadini dell’entroterra vesuviano che arrivavano in massa in città, anche con pullman. Inoltre il Lido Notte Club era la meta preferita della borghesia napoletana e degli artisti dell’epoca.
Dagli inizi degli anni ’80, con la crisi industriale e il degrado indotto dal contrabbando di sigarette prima, e dallo spaccio di droga poi, Torre Annunziata è entrata in un buco nero, dal quale è incominciata ad uscirne solo verso la fine del secolo scorso.
Turismo: non si parte dall’anno zero
I pessimisti diranno che Torre Annunziata oggi è arrivata al massimo del degrado e la responsabilità è anche, se non soprattutto, della classe politica che ha governato la città negli ultimi decenni. In realtà, ad un’analisi approfondita e meno scevra da condizionamenti, le cose stanno diversamente da come vengono descritte, e vi spiego il perché.
Venti anni fa, nella nostra città c'erano un solo ristorante, Celestino, e 4/5 pizzerie. Guardiamo oggi: ci sono decine di ristoranti e pizzerie.
Venti anni fa esisteva un solo albergo, il Grillo Verde. Ora ci sono decine di B&B e Case vacanze.
La Villa Comunale di 20 anni fa era un mortorio. Oggi i Lidi ospitano, sia d’estate che d’inverno, centinaia di giovani e meno giovani che vengono da tutto il circondario. E l’offerta non si limita a qualche caffè o aperitivo, ma si pranza, si cena e si balla.
Venti anni fa tutto il traffico pesante diretto al porto passava per il centro della città, con un grande inquinamento ambientale e acustico. Con la realizzazione della bretella il problema è stato in gran parte risolto.
Venti anni fa i torresi, tranne i giardini della Villa comunale, non avevano un’altra oasi di verde. Ora hanno Villa Parnaso, ma soprattutto un collegamento con il mare direttamente dal centro della città.
Vent’anni fa non c’era la seconda uscita autostradale di Torre Nord e non c’erano né il Tribunale né il Comando Gruppo dei Carabinieri e né il Comando Gruppo della Guardia di Finanza.
Venti anni fa gli scarichi fognari della città venivano sversati direttamente a mare. Oggi vengono convogliati nel collettore collegato al depuratore di Castellammare di Stabia.
Venti anni fa le navi di grossa stazza non potevano entrare nel porto oplontino. Oggi, con il dragaggio effettuato qualche anno fa, il porto può ospitare anche navi da crociera.
Nel 1999, con l’Amministrazione del sindaco Francesco Maria Cucolo, fu inaugurato il nuovo Stadio Giraud con circa 11 mila posti, costato 7 miliardi delle vecchie lire.
Dal punto di vista della sicurezza, infine, negli ultimi decenni la magistratura e le forze dell’ordine hanno dato luogo ad imponenti operazioni di polizia che hanno portato in carcere centinaia di camorristi e delinquenti comuni.
Mi fermo qui, ma potrei continuare. Mi chiederete, allora va tutto bene? Niente affatto. Porto un esempio per tutti: l’attuale degrado del Quadrilatero delle Carceri, Un quartiere devastato dal terremoto del 1980 ed ancora oggi nelle stesse condizioni di oltre 40 anni fa, tranne piccoli interventi e alcuni abbattimenti. Una chiara ed evidente dimostrazione, in questo caso, del fallimento della politica.
Tuttavia va detto che anche noi cittadini non siamo esenti da colpe: strade continuamente sporche; scarichi abusivi di rifiuti in ogni dove; auto sui marciapiedi, in doppia fila e in divieto di sosta; giostrine e arredi urbani (dove ci sono) vandalizzati ecc..
Il futuro di Torre Annunziata: da città post-industriale a turistica
Torre Annunziata avrebbe tutte le caratteristiche per un’inversione di tendenza: passare dalla città industriale del secolo scorso ad una città turistica. Ma per poter parlare di turismo occorrerebbe innanzitutto un cambio di mentalità dei suoi cittadini e la piena consapevolezza che questo rappresenti il futuro della città. E qui entra in gioco la politica.
I politici non devono solo programmare e realizzare, ma hanno un compito ben più arduo e difficile: educare e guidare la comunità.
Porto un esempio. Ve lo ricordate l’allora capitano dei carabinieri Luca Toti? Da solo, con costanza e determinazione, riuscì a far indossare il casco e la cintura di sicurezza a motociclisti ed automobilisti torresi, facendoci additare come esempio nella provincia di Napoli.
Ma noi abbiamo politici esperti, determinati, competenti che amano la loro città e siano capaci di guidarla in questo processo di trasformazione? Prima i partiti fungevano da scuola di formazione per i futuri amministratori. Ora non vedo sedi di partito aperte sul territorio, se non quella del Partito Democratico, frequentata per lo più da persone non più giovani.
I politici con la “P” maiuscola oramai sono una “merce” rara e sono pochi i giovani che si avvicinano alla politica (un fenomeno, questo, che andrebbe analizzato). Inoltre i professionisti, a cui i partiti spesso si rivolgono per amministrare la città, non sempre si dimostrano all’altezza della situazione. Certamente la cultura aiuta, ma per governare si ha bisogno anche di altre peculiriatà.
Sarebbe opportuno, perciò, che i partiti sul territorio organizzassero corsi di formazione per futuri amministratori. Dessero ai candidati alle prossime elezioni le nozioni basilari per andare a svolgere un ruolo così importante e impegnativo. Solo così potremmo dotarci di una classe politico-amministrativa all’altezza della situazione che possa veramente contribuire a dare una svolta a questa nostra città.
(Foto di Luigi Lettieri)