Un’estate, quella di quest’anno, tra le più calde degli ultimi 50, anche se il record spetta al 2003. Non solo caldo, ma anche notizie di cronaca che opprimono le nostre giornate, tra guerra, incendi di ettari di bosco, morti su strade, arresti per droga, omicidi e femminicidi. Insomma, ascoltare oggi un telegiornale si rischia di prendere un forte stress da notizie catastrofiche.
Fortunatamente ogni tanto apprendiamo anche qualche bella notizia. Sui social viene pubblicata una foto di un giovane di 26 anni di Torre Annunziata, Giulio Carotenuto, laureato in Odontoiatria e Protesi dentaria a Madrid, con specializzazione in Chirurgia orale presso l’università degli Studi di Napoli Federico II.
Ebbene, vi chiederete dove sta la notizia. Ve lo spieghiamo subito prendendo spunto dall’articolo di Titti D’Amelio apparso sul sito web erreemmenews.it.
Giulio è un giovane medico attualmente in missione umanitaria a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Dal suo profilo Instagram, Giulio fa un importante annuncio: “Questa mattina (due settimane fa, ndr) ho iniziato il mio lavoro presso le Centre Sanitaire de Mama Carla a Bangui, RCA. Ho preso parte ad una missione coordinata da Medici senza Frontiere e Smom che durerà 17 giorni. La missione avrà come obiettivo il trattamento operatorio chirurgico della malattia parodontale, della traumatologia cranio facciale e dei pazienti oncologici, così come del trattamento dei bambini della fascia 0-15 anni. Inoltre attraverso l’Università degli studi di Bangui in Odontoiatria sarò tutor degli studenti dell’ultimo anno per le pratiche ambulatoriali”.
Un’estate diversa, quindi, quella di Giulio, che anziché trascorrere una vacanza in riva al mare divertendosi come tanti altri giovani della sua stessa età, ha deciso di mettere al servizio di altri le sue competenze. E dove se non in Africa, dove si muore ancora per fame o per sete e dove solo il 48 per cento della popolazione riceve le cure sanitarie basilari.
La collega D’Amelio riesce a contattarlo al telefono, non senza difficoltà, e gli chiede se non è preoccupato per la guerra nel vicino Congo. Giulio la rassicura: “Noi lavoriamo e per la maggior parte della giornata siamo nelle nostre strutture – afferma -, usciamo solo per prendere i medicinali che ci occorrono e siamo molto attenti”.
“Quindi hai proprio deciso di aiutarli a casa loro….”, ribatte la giornalista. “Vero – risponde Giulio -. Qui ci sono uomini e donne, studenti e studentesse, che hanno voglia di imparare e mi sembra un mio dovere fare questo passaggio di conoscenze. Combattiamo contro la malaria, che trattiamo per i bambini dagli 0 agli 11 anni con l’artemisinina donata dalla Fondazione. Inoltre sono purtroppo molto frequenti i tumori del cavo orale, le cisti del seno mascellare e ottavi inclusi di diverse entità. In un paio di settimane siamo impegnati in 30, a volte 40 operazioni al giorno a cui partecipano studenti e tirocinanti delle università di chirurgia orale del luogo. Non mi ritengo un semplice volontario. Piuttosto un attivista che mette in campo progetti più a lungo termine che hanno una visione del mondo un po’ più equa per tutti e dove si possa praticare quell’umanità spesso scomparsa in ogni latitudine”.
Giulio adesso ha fondato un’associazione tutta sua, l’Aisha Fondation, con la quale continuerà il suo lavoro nei luoghi dove c’è più bisogno.
Non ci resta che augurargli buon lavoro. Giulio rappresenta la parte sana e bella della nostra città, quella per la quale i cittadini onesti vanno fieri ed orgogliosi, ma che troppo spesso non trova spazio sui media perché, come dice un vecchio proverbio “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”.