Picchetto a Palazzo De Fusco di sindacati e lavoratori del supermercato Grand’Etè che ha aperto i battenti nelle scorse settimane al termine della vertenza Auchan.
Una protesta scattata dopo che nella giornata di ieri, il Suap ha imposto la chiusura immediata del supermercato riscontrando una serie di illegittimità. Nello specifico, con la disposizione a firma del Dirigente, Ing. Gianluca Fimiani, viene contestata la comunicazione di “subentro” (e di conseguenza delle relative autorizzazioni) da parte della nuova società (Ci.Bo) a Margherita distribuzione in quanto per poter essere definito tale “il subingresso deve avvenire senza soluzione di continuità, cioè con il proseguimento dell’attività senza interruzione della stessa”. Cosa che secondo gli uffici del secondo piano di Palazzo De Fusco non sarebbe avvenuta.
La struttura di via Pontenuovo che ospitava i locali dell’Auchan è stato oggetto, tra l'altro, di alcuni interventi strutturali. “La nuova ripartizione del Centro commerciale – si legge nell'ordine di chiusura – a seguito delle opere di frazionamento, nonché la riorganizzazione degli spazi interni che si evince anche dalla non coincidenza fra le superfici oggetto dell’autorizzazione rilasciata all’attività cessata e quelle dichiarate nel progetto tecnico dell’attività della società richiedente, comporta in ogni caso la nascita di una società ex novo e soggetta, pertanto, ad una nuova autorizzazione, a seguito di apposita conferenza di servizi”. Inoltre, la pratica di subingresso finita sotto la lente dell’Ufficio Tecnico e considerata nulla, risulta comunque “carente del titolo legittimante la disponibilità dei locali nei quali la società Ci. Bo intende svolgere l’attività”. Tutte considerazioni che hanno condotto l'Ufficio Tecnico ad emettere un ordine con cui viene intimato alla società Ci.Bo un “divieto di prosecuzione di ogni attività per mancanza di titoli legittimi”.
Una vicenda burocratica intricata, dunque, che tiene ancora con il fiato sospeso le 80 famiglie i cui lavoratori erano stati “ricollocati” dopo la chiusura dell’Auchan e che in preda all'esasperazione per un futuro incerto, questa mattina, hanno presidiato l'ingresso di Palazzo de Fusco. Pur confermando la validità della disposizione attuata dall'Ufficio tecnico, il sindaco Carmine Lo Sapio, consapevole delle difficoltà che le famiglie dei lavoratori si trovano a dover rifronteggiare, ha incontrato una delegazione dei dipendenti, accompagnati dai rappresentanti sindacali e dall'amministratore delegato della Ci.Bo. Un incontro che è servito a fare un po’ di chiarezza sul piano burocratico che necessita, però, di ulteriori approfondimenti.
“Anche questa volta – ha affermato il primo cittadino – non lasceremo soli i lavoratori. Ci sono però delle oggettive carenze in termini di permessi che non possono essere ignorate. Al momento, l'ordine di cessazione delle attività resta ancora in piedi e in ogni caso non potrei revocarla. Ciò che posso fare, invece, è cercare di fare chiarezza. Di riunire attorno allo stesso tavolo le diverse parti coinvolte e capire come e se è possibile colmare le lacune burocratiche che al momento ostacolano il decollo dell’attività e lo sbocco occupazionale”. Il confronto di questa stamattina, pacato e costruttivo, è stato accolto con favore da tutte le parti in causa che, preso atto della situazione e della disponibilità manifestata dal primo cittadino Carmine Lo Sapio, si sono aggiornate a domani stesso per avviare un nuovo tavolo di discussione alla presenza, anche del Dirigente dell'Ufficio Tecnico che nell'ordine di chiusura e “ai fini dell'avvio di una nuova attività” ha già invitato la società Ci.Bo a “presentare una nuova istanza secondo la normativa vigente”.