Duecento metri a piedi da casa per raggiungere il posto di lavoro. E quante brutture lungo il percorso che collega corso Umberto I a piazza Paolo Morrone, puntualmente immortalate da foto.
Iniziamo con corso Vittorio Emanuele, all'angolo con Rampa Naviganti (foto 1). Un mucchio di abiti dismessi, misto a cianfrusaglie, fa bella mostra proprio nei pressi dell'ingresso dello sportello bancario Unicredit. Basterebbe poco per individuare lo sversatore abusivo. La telecamera esterna della banca, infatti, inquadra proprio il luogo "incriminato".
Andiamo oltre. Via Toselli, la stradina che fa angolo con via Zuppetta, strada di fronte l'ingresso della sede comunale di Palazzo Criscuolo (foto 2). Un altro cumulo di rifiuti giace da qualche giorno a ridosso di un muro ostruendo il passaggio veicolare.
Pochi metri e ci troviamo in via Eolo, angolo con l'ex Cral dello Spolettificio (foto 3). Altra immondizia, questo posto sembra proprio una mini discarica, data la frequenza degli sversamenti da parte dei soliti noti. Anche qui le telecamere dell'Ente militare potrebbero dare una mano.
E infine via Parini, a poche decine di metri dall'asilo nido comunale. Anche in questo caso, il marciapiedi è quasi sempre occupato da rifiuti "ingombranti" (foto 4). Stamattina un materasso a due piazze ed una porta in legno, oltre ai soliti sacchetti di rifiuti. Fine della corsa.
È vero, il Comune c'entra poco con queste brutture, ma neppure si possono lasciare per giorni e giorni questi rifiuti per strada. Il discorso è sempre lo stesso: scarso senso civico delle persone. Forse neppure sanno, o se lo sanno se ne fregano, che basterebbe un colpo di telefono alla PrimaVera, società che gestisce il servizio di smaltimento dei rifiuti, per programmare il ritiro degli "ingombranti". Mentre per gli abiti dismessi esistono appositi contenitori in alcuni punti della città, e per gli altri tipi di rifiuti, differenziati o meno, c'è un calendario per il loro conferimento.
Ma da questo orecchio molte persone non ci sentono. E allora sarebbe il caso di organizzare per un po' di tempo una vigilanza ambientale, soprattutto perché i luoghi di sversamento abusivo sono quasi sempre gli stessi. Solo con un po' di repressione - forse - si riuscirebbe ad eliminare, o quanto meno a ridurre, questo scempio che mina l'immagine della città nonché la salute dei cittadini, soprattutto con l'approssimarsi del caldo estivo.
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