Disinquinamento del fiume Sarno, a Rovigliano (Torre Annunziata) la riunione della "Rete a difesa del Sarno".
I rappresentanti delle associazioni e dei comitati hanno redatto una lettera indirizzata all'Ente Idrico Campano (EIC) e al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nella quale si chiede un'incontro urgente per sollecitare le misure atte a risolvere la problematica dell'inquinamento di uno dei fiumi più inquinati del mondo, che "ha inevitabili ripercussioni sulla salute di tutti gli abitanti del comprensorio".
"La Rete si è fatta promotrice - si legge nella missiva - di una petizione popolare che ha raccolto 6.287 sottoscrizioni di cittadini residenti in 23 Comuni ricadenti nel Bacino Idrografico del Sarno e per la quale è in attesa di essere convocata dalla Regione. Chiediamo l'ultimazione e la realizzazione di tutte quelle infrastrutture necessarie al disinquinamento bacino idrografico, quali collettori, reti fognarie e messa a norma degli scarichi dei depuratori consortili. Inoltre, la messa in atto di un efficace e risolutivo controllo degli scarichi illegali delle industrie, che continuano a sversare nel fiume Sarno e nei suoi affluenti in maniera indiscriminata notte e giorno, in primo luogo adottando un sistema di monitoraggio puntuale tra acqua in entrata e acqua reflua in uscita con obbligo del pagamento del canone di depurazione in base all'acqua approvvigionata. In ultimo, l’istituzione del Comitato Consultivo sul Servizio Idrico integrato".
Intanto, solo alcuni giorni fa, tre Procure - quelle di Torre Annunziata, Nocera e Nola - hanno avviato una inchiesta per capire perché parte delle opere da realizzarsi in tredici Comuni bagnati dal corso d'acqua, come collettamenti, sistema fognario, depuratori, non siano state ancora ultimate. Sulla questione è intervenuto il M5S, che ha portato il caso all'attenzione della Commissione parlamentare Ecomafie con la senatrice Paola Nugnes.
"Tre procuratori della Repubblica - dice il riconfermato deputato pentastellato Luigi Gallo - parlano di uno scempio senza precedenti, che va avanti da 45 anni. E non sbaglia chi dà la colpa a chi ci ha governato in questi anni: dove sono finiti i fondi promessi da De Luca, 35 milioni di euro, per la realizzazione degli impianti di collettamento dei reflui a Torre del Greco? Ancora oggi, e non 10 anni fa, il procuratore Alessandro Pennasilico (a capo della Procura di Torre Annunziata, ndr) parla dei depuratori della città corallina come del tutto inadeguati e aggiunge che eventuali interventi di manutenzione non sarebbero comunque idonei a garantire la depurazione ed il convogliamento in mare di reflui effettivamente depurati (allo stato la depurazione avviene per effetto del naturale processo prodotto dal mare). Non ha senso, allora, parlare di restituzione della balneabilità alla costa vesuviana. ll nostro mare è una bomba per la salute. Dobbiamo fermarla con interventi, seri e strutturali, spazzando via le connivenze e le speculazioni che dilapidano milioni di euro di risparmi dei cittadini ogni anno, senza risolvere i problemi ambientali - conclude Gallo - che caratterizzano il nostro territorio".
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