«Il Teatro è sempre solo una passione. E’ quello il motore che fa in modo che poi diventi anche il tuo lavoro. E’ un lavoro, a differenza di quello che può sembrare, molto duro, fatto di sacrifici e con cui certamente non ci si arricchisce. Ma siamo “malati” di un male incurabile che ci tiene, in un modo o nell'altro, sempre a contatto con il palcoscenico».
Per Lello Abate il palcoscenico era la Vita. E lui ci era praticamente nato. Era stato il papà, l’immenso Peppe, a fargli conoscere da subito il mondo dello spettacolo che poi sarebbe diventato la ragione del suo essere. Sulle tavole del teatro dell’Oratorio Salesani di Torre Annunziata era stato iniziato a questa che lui stesso ha definito una “malattia”. In quegli anni adolescenziali contagiò tanti giovani. Un nome su tutti: Gea Martire.
Lello Abate da ieri non c’è più. Il suo cuore non ha retto ai postumi di un intervento cardiovascolare ed è morto a Roma all’età di 52 anni. Attore, cantante, docente di recitazione e canto, produttore di spettacoli teatrali, il suo personale curriculum artistico è ricchissimo e si fregia di collaborazioni prestigiose fin dal 1989 quando fece parte del cast de “L’ultimo scugnizzo” di Raffaele Viviani, con Nello Mascia, Nuccia Fumo e Francesco Paolantoni.
Molto legato alla comunità salesiana di Torre Annunziata, appena era nelle sue possibilità si rifugiava nell’oratorio per offrire la sua collaborazione nelle iniziative soprattutto di carattere culturale.
I funerali si terranno oggi 10 marzo, alle ore 15, nella Chiesa San Gabriele Arcangelo di via Cortina d'Ampezzo a Roma. La salma poi verrà trasferita nel cimitero di Torre Annunziata.
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