«Quando stamattina (25 gennaio, ndr) sono stata contattata dal primo dirigente del Comissariato di Polizia di Torre Annunziata, Vincenzo Gioia, ero contentissima». Carmela Sermino, vedova di Giuseppe Veropalumbo, commenta soddisfatta - e con un filo di emozione - il sopralluogo effettuato dalle forze dell'ordine sul luogo in cui si consumò la tragedia che dieci anni fa le strappò il suo amato marito e padre di sua figlia Ludovica, ucciso da un proiettile vagante il 31 dicembre 2007 mentre stava festeggiando con i familiari l'arrivo del nuovo anno.
La Scientifica ha effettuato nuove perizie e rilievi balistici utlizzando anche nuove tecnologie come i droni. Accertamenti che di fatto riaprono ufficialmente il caso sull'omicidio del 30enne, questa volta non grazie alle dichiarazioni di pentiti - comme accaduto in passato e che poi non portarono a nulla - ma in ragione di risultanze investigative e dei nuovi strumenti tecnici in dotazione agli inquirenti. L'obiettivo del sopralluogo è appunto quello di ricostruire con precisione la traiettoria del proiettile che raggiunse Giuseppe stroncandogli l'esistenza.
«La mia è una battaglia che porto avanti da dieci anni - prosegue Carmela -. Sto piangendo dalla gioia. Non ho mai perso la speranza di giungere alla verità e di fare finalmente giustizia. Chi ha sparato deve avere un nome e un volto. Sono grata alle forze dell'ordine e alla magistratura che hanno riaperto il caso. Ho sempre avuto fiducia in loro e sul loro lavoro. Spero che l'attenzione rimaga sempre viva su questa tragedia».
Un passo fondamentale, dunque, per l'inchiesta. Che oltre all'individuazione dell'assassino potrebbe anche portare al riconoscimento per Carmela e sua figlia dello status di familiari di vittima innocente della criminalità.
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