Oggi abbiamo ampiamente parlato dell’imponente manifestazione in ricordo delle otto vittime rimaste seppellite dal crollo di un’ala del palazzo di Rampa Nunziante in quel tragico 7 luglio 2017.
Una partecipazione commossa di migliaia di cittadini che hanno attraversato le strade della città in una marcia silenziosa. E’ la Torre Annunziata solidale, che si ribella ai soprusi, che vuole emergere e cancellare l’immagine di una città troppo spesso accostata alla camorra.
A questa Torre Annunziata se ne contrappone un’altra, non altrettanto numerosa, ma che fa molto “rumore”. E’ quella - purtroppo - che fa notizia, che occupa costantemente le pagine dei giornali e che rallenta lo sviluppo socio-economico di un’intera comunità.
Non mi accingerò a fare esempi, sarebbe una pratica troppo semplice. Ma al peggio non c’è mai fine.
Il Comune ha posto su corso Umberto I, all’ingresso del parco di Villa Parnaso, due fioriere addobbate con fiori. Tre ciclamini per ciascuna fioriera. Niente di che, solo un modo per rendere più grazioso e ospitale il luogo. Accade, però, che anche i ciclamini diventano “appetibili” e vengono così trafugati. Si badi bene, non si è trattato di un atto di teppismo perché le piantine sono state accuratamente estratte dalle foriere, senza essere danneggiate (nella foto si vede l’impronta lasciata dalla piantina nel terreno). E’ rimasto solo un ciclamino, forse perché chi li ha "rubati" non aveva un recipiente tanto grande da poterli accogliere tutti.
Guardando gli sforzi che quotidianamente molti, tra amministratori e cittadini, compiono per far rinascere la città, mi sovviene una leggenda della mitologia greca: «Zeus per punire Sisifo, figlio di Eolo, decise che avrebbe dovuto spingere un masso dalla base alla cima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo raggiungeva la cima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte».
La sua fatica, quindi, risultava inutile. Un po’ come quella di tanti cittadini perbene…
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