La notizia è di quelle che farebbero entusiasmare i più importanti archeologi del mondo: rIportare alla luce la parte occidentale della Villa di Poppea, seppellita dall'eruzione viulcanica del 79 d.C..
E’ questo il progetto del Soprintendente di Pompei Massimo Osanna, che, in un colloquio informale avuto con il sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione, avrebbe manifestato l’intenzione di stanziare in bilancio per l’esercizio finanziario 2018 i fondi occorrenti per continuare gli scavi all’interno del sito archeologico oplontino. Infatti, l'area riportata alla luce corrisponde alla zona orientale, mentre l'ingresso principale e la zona occidentale sono ancora da recuperare, ostacolati dalla presenza di una strada ed uno stabilimento militare.
Dell’ampliamento del Scavi di Oplonti se ne parla già da anni, tanto è vero che il Ministero della Difesa, a suo tempo, aveva dato la propria disponibilità a cedere la parte dello Spolettificio confinante con via Sepolcri. Poi tutto cadde nel dimenticatoio anche a causa dei tagli che subì il Ministero della Cultura per la cosiddetta spending review. Ora sembra che il progetto sia ritornato di attualità e ci sarebbero tutte le condizioni per la sua realizzazione.
Il Comune, da par suo, cederebbe alla Soprintendenza il tratto di via Sepolcri, quello che va da via Margherita di Savoia a corso Garibaldi, per permettere le operazioni di scavo. In una prima fase non sarebbe coinvolta l’area dello stabilimento militare perché i lavori riguarderebbero solo l’area archeologica sottostante la strada.
«E’ proprio qui – afferma l’architetto Antonio Irlando, tra i partecipanti alle operazioni di scavo del 1974 – che è situata la restante parte della Villa di Poppea, quella – secondo me – più bella e rappresentativa. Molto probabilmente gli affreschi che troveremo in questa ala della Villa sono stati realizzati degli stessi illustri decoratori che hanno dato lustro a pareti di musei e palazzi dell’antica Roma».
Andando indietro nel tempo, le prime campagne di scavi nell'area oplontina furono effettuate prima nel '700 e poi durante la seconda metà del diciannovesimo secolo, anche se i primi scavi sistematici si sono svolti dal 1964 riportando alla luce la Villa di Poppea. Nel 1974 è stata rinvenuta la Villa di Lucius Crassius Tertius: ad oggi le esplorazioni delle due strutture non sono ancora terminate.
Dal 1997 l'area archeologica di Torre Annunziata, insieme a quella di Pompei ed Ercolano, è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco.
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