Sit-in dei cittadini, pochi a dir la verità, per chiedere maggiore sicurezza sul territorio. Oraganizzato dall'associazione Catena Rosa - a difesa delle donne vittime di violenza -, si è svolto in via Gino Alfani nella serata di lunedì 27 marzo, teatro del ferimento di un ragazzo di un 18enne incensurato nella notte tra sabato e domenica scorsa, colpito da un proiettile ad un piede. Una tragedia sfiorata in un luogo frequentatissimo dai giovani, che ha riportato al centro dell'attenzione la questione legalità e sicurezza nella città oplontina.
Slogan e cartelli hanno caratterizzato l'iniziativa che, come detto, ha visto una scarsa partecipazione della popolazione. Soprattutto adulti, e solo uno sparuto gruppo di giovani. «A volte si manifesta per cose futili - dice uno di loro -, quando c'è veramente bisogno di essere presenti, la città e in particolare i giovani non rispondono».
"Sicurezza", "Legalità", "Coraggio", "+ Sicurezza + Sviluppo = - Camorra", "+ Controlli - Abusi". Sono alcuni degli slogan incisi sui cartelli affissi in via Alfani dai manifestanti. «Quanto accaduto è gravissimo», spiega Pierpaolo Telese, candidato sindaco alle prossime elezioni comunali nella città oplontina. Lui ha partecipato all'evento ma - ha tenuto a sottolineare - «in qualità di semplice cittadino. Nell'ultimo anno, e soprattutto nell'ultimo mese, si sono verificati diversi episodi che testimoniano una prepotente recrudescenza malavitosa. Segno che la criminalità, da quella micro a a quella organizzata, ha rialzato la testa. Urge una risposta forte dello Stato e delle Istituzioni - prosegue l'avvocato -. Per questo ho chiesto la convocazione urgente di un tavolo con il Comitato per la Sicurezza e l'ordine pubblico presieduto dal Prefetto di Napoli. Spero che il sindaco Starita faccia sua questa proposta. Serve un presidio maggiore del territorio da parte delle forze dell'ordine ma anche prevenire tali fenomeni. La repressione da sola non basta. Le galere sono sovraffollate ma il fenomeno criminale è sempre in auge. Senza dubbio, la disartciolazione dei clan camorristici della città, grazie al lavoro eccelso di magistratura e forze dell'ordine, ha favorito il proliferare di "cani sciolti". Ed è questo un fenomeno da non sottovalutare. Infine - conclude Telese -. minimizzare alcuni episodi, come è stato fatto in passato anche da chi è capo delle Istituzioni locali, e ricondurli al semplice gesto di un balordo, non giova».
«Hanno voluto colpire la "curva" di via Alfani e quindi i giovani - dice Ada Ferri, presidentessa di Catena Rosa, promotrice dell'iniziativa -. Una volta qui c'era fermento culturale, politico. Oggi non è più così. E se siamo arrivati a questo punto vuol dire che non è stato fatto alcun passo in avanti, anzi. Dispiace che i giovani non abbiano partecipato in massa a questa manifestazione. Probabilmente la stessa Politica ha sbagliato, non essendo stata capace di inculcare in loro una coscienza civile».
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