«Non è in atto alcuna sospensione della distribuzione dei pacchi alimentari». L'assessore ai Servizi e Politiche Sociali del Comune di Torre Annunziata, Anna Pinto, interviene a seguito di un articolo apparso su un organo di finormazione, dove si paventava l'interruzione del servizio, che è «svolto dal Comune in convenzione con il Banco delle Opere di Carità di Caserta - spiega -. La distribuzione nell’anno 2016 è stata avviata a settembre ed è proseguita, senza soluzione di continuità, fino a dicembre. Dopo un mese di stop dovuto a motivi burocratici e amministrativi, la distribuzione dei prodotti è ripresa regolarmente a febbraio e continuerà fino ad agosto».
Sulle mancanze di alcuni alimenti (specie latte e formaggio) nei pacchi consegnati alle famiglie beneficiarie (attualmente sono 318), l'esponente della giunta Starita dichiara che «al Comune non è attribuibile alcuna responsabilità in merito, poiché l'Ente semplicemente consegna quanto ricevuto ed attribuito dal Banco delle Opere di Carità. Quest'ultimo - puntualizza l'assessora -, predispone la scheda individuale di ciascun nucleo familiare beneficiario, su cui sono riportati un codice identificativo, la data, la tipologia di pacco spettante, con la distinta del contenuto del pacco medesimo. Detta scheda si compone di due parti uguali di cui una viene consegnata all’interessato al ritiro dei prodotti dietro esibizione di documento di riconoscimento, l’altra, da questi sottoscritta per accettazione dei prodotti ricevuti, rimane agli atti d’ufficio. Pertanto la verifica delle quantità e del contenuto dei prodotti consegnati è immediatamente effettuabile da parte del destinatario all’atto del ritiro. Il Banco Alimentare - sottolinea ancora Pinto - non garantisce alimenti per celiaci e i prodotti assegnati possono variare mensilmente, a seconda delle disponibilità del Banco stesso e non vi può essere alcuna incidenza dell’Ente convenzionato nella scelta della tipologia e della quantità di prodotti assegnati».
Infine, sull'esclusione di alcuni utenti, l'assessora puntualizza che sono risultati non idonei, in conseguenza del bando emanato dal Comune (il cosiddetto progetto "Lotta alla Povertà") «ben 128 nuclei familiari, dei quali, 95 avevano prodotto l’ISEE “irregolare” che evidenziava come l’Agenzia delle Entrate avesse rilevato la mancata dichiarazione di rapporti finanziari in essere, a nome di componenti del nucleo familiare con banche o Poste Italiane, non denunciati all’atto della richiesta ai CAF. E’ opportuno evidenziare che l’omessa indicazione del possesso di patrimonio mobiliare, integrando, in ogni caso, un’ipotesi di falsa dichiarazione, ha imposto nell’immediato e in maniera definitiva l’esclusione degli interessati dal beneficio in questione, fermo restando, in capo all’Amministrazione, la facoltà di adottare - conclude Pinto - gli ulteriori provvedimenti previsti dal Bando nel caso di specie».
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