L’elettrodotto Torre Annunziata-Capri si farà. Il Comune oplontino ha dato l’ok all’opera approvando in giunta la convenzione con la società Terna SpA, incaricata di provvedere ai lavori.
Il documento, discusso dall’esecutivo il 5 agosto scorso, e che dovrà essere ratificato in Consiglio comunale entro due mesi, prevede la realizzazione di una centrale in zona Rovigliano. Da qui, attraverso una rete di cavi lunga 30 km (di cui 29 sottomarini ed uno terrestre), l’energia elettrica verrà portata dalla terraferma direttamente sull’isola azzurra.
Un investimento faraonico, che si aggira attorno ai 150 milioni di euro (oltre 40 riguardano i lavori a Rovigliano), comprendente anche l’anello che poi andrà a collegare, una volta completato, le altre isole del Golfo di Napoli, Ischia e Procida.
L’opera prevede la realizzazione di un elettrodotto sottomarino a 150 kV in corrente. La società Terna stima un risparmio sui consumi energetici quantificabile in 15 milioni di euro annui, con una riduzione delle emissioni di CO2 di 127.000 tonnellate all’anno.
L’Amministrazione comunale oplontina aveva impugnato dinanzi al TAR Lazio sia il decreto con il quale veniva autorizzata l’opera, sia quello di asservimento per pubblica utilità delle aree funzionali alla realizzazione dell’intervento. In entrambi i procedimenti, la Terna si è costituita in giudizio.
I timori erano che i lavori avessero avuto un impatto rilevante in termini territoriali ed ambientali.
Il “tira e molla” in sede giudiziaria, dove tra l’altro l’udienza di discussione relativa ai ricorsi presentati dall’Ente non è ancora stata fissata, ha trovato la parola “fine” proprio con la convenzione sottoscritta tra il Comune e la Terna.
In essa viene stabilito che la società corrisponderà fino ad un massimo di 500 mila euro che entreranno nelle casse comunali a titolo di contributo per le «opere compensative». In un primo lotto di interventi, saranno erogati 375 mila euro. In un secondo, 125 mila euro. Soldi che serviranno a «compensare», per l’appunto, l’impatto territoriale derivante dalla realizzazione dell'opera. Dall’altro lato, il Comune si impegna ad attuare una serie di prescrizioni concordate nella convenzione, tra cui «eseguire, a propria cura e spesa, e con il contributo finanziario di Terna (i 500 mila euro di cui sopra, ndr), le opere di riqualificazione territoriale per la tratta di competenza del proprio territorio». In parole povere, vale il motto caro ai Latini “do ut des”. La Terna realizzerà l’elettrodotto. In cambio il Comune, ritira i ricorsi al Tar ed avrà quella somma con la quale saranno riqualificati, sul piano urbanistico ed ambientale, le aree e gli immobili di proprietà comunale nelle zone ricadenti nel rione Deriver.
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