A cura della Redazione
Cari amici, sento il bisogno di parlare di un uomo meraviglioso con dei brani del mio volumetto Il giudice di Berlino, pag. 135 e seguenti, consultabile su www.micheledelgaudio.it.
Giovanni Falcone
Torre, 23 maggio 1992
Sono veramente triste, anzi pieno di rabbia. È stata una cosa tremenda, anche la strada è rimasta dilaniata dall´esplosione. Ormai siamo in presenza di belve, non di uomini.
Quando ci salutavamo dopo un incontro, lo guardavo mentre si allontanava e mi chiedevo se lo avrei rivisto ancora.
La solitudine di un uomo
Palermo, 10 agosto 1988
Caro Michele,
la tua esperienza ed i tuoi consigli, insieme con la tua solidarietà, mi sono stati particolarmente graditi. La mia non è stata la reazione emotiva contro attacchi ingiustificati ma la presa d´atto che, nella situazione attuale, era impossibile andare avanti. Forse hai ragione tu e bisognerebbe tentare di andare avanti a qualsiasi costo. Ma è veramente difficile - per non dire impossibile - continuare a lavorare con ostacoli di ogni genere che si frappongono e ti tolgono la serenità.
Cordialmente,
Giovanni Falcone
Essere "diversi"
Palermo, 28 luglio 1990
Caro Michele,
... Resta, comunque, moltissimo da fare; anzi, paradossalmente, a mio avviso, le cose per il Movimento per la Giustizia sono ancora più impegnative, adesso, poiché occorrerà dimostrare coi fatti che noi siamo "diversi"
Se a ciò aggiungi il gravissimo momento di crisi della Giustizia ed il progressivo affievolimento nel nostro Paese della cultura della giurisdizione, non c´è da stare allegri. Sono sicuro. comunque. che non mancherà il tuo contributo fattivo ed entusiasta, ora che - e me ne rallegro - hai ritrovato la tua salute. C´è bisogno di persone come te!
Un affettuoso saluto e a presto.
Giovanni
. Era un uomo straordinario. Confesso che saputa la notizia ho pianto
sento il bisogno di scrivere queste poche righe in un momento di profondo sbandamento emotivo
ma di grande solidità spirituale sugli ideali da perseguire e sulla metodologia democratica su cui fondare la lotta
Oggi più che mai sento il peso della lettera che scrissi all´allora presidente Pertini da giovane uditore
Quelle parole e quegli ideali sono sempre presenti nella mia mente. Oggi non sono più un "giudice ragazzino", ma vorrei che ce ne fossero tanti con quegli ideali, per battere finalmente la mafia. Non so come; ma sicuramente bisogna fare qualcosa di più e di meglio; non so cosa, ma so che sarò schierato dalla parte giusta
Conobbi Falcone alcuni anni fa; lui già magistrato di prestigio, io giovane uditore; ma mi trattò sempre da pari a pari. Custodisco gelosamente le sue lettere, talvolta venate di stanchezza per un compito superiore alle sue stesse forze fisiche
è un momento doloroso
drammatico
sapere che un amico è mancato a quarant´anni perché ucciso a causa del suo lavoro e dei suoi ideali
MICHELE DEL GAUDIO