A cura della Redazione
Alle prime luci dell´alba di domenica 27 dicembre è venuto a mancare l´avvocato Giovanni Marino, 44 anni. Già presidente di Legambiente e capogruppo consiliare dell´Italia dei Valori, il penalista torrese non è riuscito a vincere la sua battaglia contro un male crudele, nonostante abbia lottato fino all´ultimo. Lascia la moglie Nadia e la figlioletta Fabiana. Marino era stato eletto consigliere comunale nel 2005 con l´Italia dei Valori, ma la sua parentesi nelle istituzioni locali durò appena diciotto mesi per l´interruzione anticipata del mandato del sindaco Luigi Monaco. Successivamente transitò nel Democratici di Sinistra e poi nel Partito Democratico, assumendo la carica di dirigente politico. Ultimamente si era allontanato dalla politica per curare la sua malattia, anche se continuava a svolgere con serietà e professionalità la sua professione di avvocato penalista.
La Redazione di TorreSette, addolorata per l´immatura scomparsa, esprime le più sentite condoglianze alla moglie e ai familiari tutti.
Il ricordo di Salvatore Prisco
Scrivo queste righe al ritorno dai funerali di Giovanni Marino e sono dunque psicologicamente molto turbato. Lo avevo conosciuto quando era un ragazzo brillante, civilmente impegnato su tematiche ambientaliste, poi visto diventare un uomo in quella stagione in cui la sinistra cercò di rinnovarsi anche a Torre attraverso più strade, ad esempio con I Democratici. Ci divise politicamente la sua successiva adesione a Italia dei Valori, per la quale fu consigliere comunale, ma mai sul piano umano: da penalista mi aveva anche, qualche volta, chiesto consigli per i profili amministrativi di pratiche dei suoi clienti. Mi colpiva che cercasse non solo lapprovazione di colleghi più adulti, ma - di più - il loro affetto. Al saluto di congedo cera tanta gente che lo stimava e lamava e così ho pensato che questo gli avrebbe fatto piacere. Nel corso di unesistenza, del resto, ci sono le divisioni di superficie e gli eventi importanti. E morire così fa ricordare lingiustizia, linesplicabilità, la fragilità della nostra comune sorte mortale, ce la sbatte in faccia senza pietà. Ho incontrato alle esequie altre persone con cui ho avuto momenti di dissenso privato o pubblico, sempre per differenti valutazioni politiche, con le quali ci siamo salutati commossi e finalmente consapevoli (dentro unangoscia che ci prendeva tutti) di quali siano le vere priorità della vita. Se anche altri sono stati indotti a fare riflessioni come questa mia e gesti di riconciliazione personale, Gianni ci lascia dunque avendoci fatto un regalo prezioso, che ci toccherà non sciupare. Dissensi, ambizioni, vittorie e sconfitte in questo nostro transito terreno
tutto è comprensibile, ma comunque è poco importante, se riguardato nella giusta scala di priorità. Chiedo scusa ai lettori di avere condiviso con loro un momento di tristezza in un periodo di festa, che rende forse poco opportuno esternare la malinconia, ma il mio è anche un pensiero di autenticità, al di là di convenienze ed orpelli sociali. E gli amici servono pure (soprattutto) a questo: a fare pensare. Ciao, Gianni, grazie. Ti sia lieve la terra.
Salvatore Prisco