A cura della Redazione
Emergenza ambientale in via Porto. I residenti denunciano la presenza di contenitori sospetti allinterno di due siti adiacenti alle abitazioni dei civici 46, 48, 50 e 52. Una sorta di zone franche in cui è possibile, indisturbati, sversare di tutto. In particolare, si tratta di un terreno recintato, parzialmente chiuso con un cancello (nella foto in basso) ormai arruginito e con un lucchetto, e dellex deposito Anas. Una situazione che, ormai, persiste dallagosto 2004, quando a più riprese vennero evidenziati gli sversamenti abusivi, ad opera di ignoti incivili, di rifiuti di ogni genere e, tra laltro, alcuni di essi anche maleodoranti. «Abbiamo chiesto diverse volte - spiega un residente - agli organi competenti, ed in primis allUnità Operativa Prevenzione Collettiva (U.O.P.C.) - Distretto 84 dellAsl Na5, di prendere seriamente in considerazione la faccenda e di constatare, con un sopralluogo, la problematica. In effetti, lU.O.P.C. ha effettuato per ben due volte il sopralluogo comunicando agli addetti comunali lesito del riscontro. Mentre un elogio va a questi ultimi, un biasimo va a chi da anni fa orecchi da mercante. Cè da dire, inoltre, che già cinque anni fa si depositava ogni sorta di rifiuti, non come quelli che adesso iniziano a destare in noi una certa preoccupazione». Il riferimento è a diversi bidoni di dubbia provenienza e dal contenuto sconosciuto. Rifiuti che sono stati abbandonati da mani ignote e che potrebbero rappresentare un pericolo per i cittadini, data la mancata identificazione delle sostanze contenute al loro interno, qualore ve ne fossero. Tra laltro, larea è anche popolata da bisce ed altri animali, la cui presenza mette seriamente a rischio lincolumità delle persone. Lintera vicenda è stata puntualmente documentata dai residenti ed esposta allallora difensore civico Salvatore Cardone, il quale, prontamente, il 2 marzo 2005, inviò una nota al dirigente dellVIII Dipartimento e alla Responsabile del settore Ecologia, Sanità e Ambiente del comune oplontino per richiedere un intervento atto a risolvere le problematiche segnalate. Dopo alcuni giorni, giunse la risposta del dirigente, che aveva richiesto alla società Oplonti Multiservizi di provvedere ad effettuare interventi periodici idonei al mantenimento costante della pulizia dellarea. Tuttavia, furono riscontrate alcune difficoltà relative allaccesso dellarea recintata che avrebbe dovuto essere oggetto di bonifica. Ed infatti, la Oplonti Multiservizi, il 5 agosto 2005, faceva sapere che larea in questione, antistante una parete rocciosa, è inaccessibile in quanto interamente recintata sul lato della strada e inibita al passaggio per pericolo di caduta massi, come indica un grosso cartello installato sul posto. Fermo restante la piena e totale disponibilità della Oplonti ad eseguire lintervento richiesto, prima di procedere a qualsiasi tipo di pulizia - conclude la nota -, è necessario provvedere alla messa in sicurezza del cantiere e creare un varco di accesso. E così, siamo nel marzo 2006 quando i residenti inviano una richiesta al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Napoli, al fine di valutare la pericolosità e leventuale messa in sicurezza dei due siti di via Porto. Il 24 marzo di quellanno i Vigili del Fuoco effettuano il sopralluogo e nella loro relazione di intervento sostengono che il costone di circa 15 metri di altezza e una lunghezza di circa 40 metri, presenta una folta vegetazione di piante di fichi dindia e alberelli che incombono a penzoloni sullarea sottostante. Al momento - si sottolinea nella nota - non vi è pericolo di caduta massi, ma si chiede agli organi competenti di effettuare una bonifica e recintare sufficientemente la zona sottostante.
Sono trascorsi tre anni da quella relazione, ma a tuttora nulla è cambiato, se non il fatto che cè una rete di protezione ad evitare la caduta di massi e piante dal costone. I rifiuti, invece, restano al loro posto. Nonostante esposti, maree di documenti e denunce, inoltrate, tra gli altri, ai tre sindaci che, nel frattempo, si sono succeduti a Palazzo Criscuolo, Francesco Maria Cucolo, Luigi Monaco e Giosuè Starita, via Porto continua ad essere utilizzata come una discarica a cielo aperto. «Crediamo che la nostra sia una civile e sacrosanta richiesta - affermano allunisono i residenti -, visto che anche oggi, dentro e al di fuori dei contenitori della spazzatura, si continua a sversare di tutto, a dispetto di qualsiasi norma di civilità e di legge». E come dare torto a queste persone che, soprattutto con lavvicinarsi dellestate, saranno costrette a respirare area malsana dovuta proprio alla presenza dellimmondizia. Sarebbe opportuno che chi di dovere provvedesse il più in fretta possibile, perché di burocrazia si può anche... morire!
DOMENICO GAGLIARDI