A cura della Redazione

Sul pizzo al Savoia calcio, in una lunga nota, Emanuele Filiberto di Savoia, erede della Casa Reale sabauda, manifesta tutta la sua "mortificazione per una squadra che ha militato anche nei massimi livelli calcistici ed ha la storia più antica dell’Italia centromeridionale".

Il club di Torre Annunziata, nato nel 1908, è indissolubilmente legato ai sovrani che hanno governato l'Italia fino al 1946. Lo stesso stemma del sodalizio calcistico (lo scudo sabaudo con la croce bianca su sfondo rosso) è un omaggio alla Casa Reale.

Ora Emanuele Filiberto è pronto a scendere in campo per risollevare le sorti del club e del calcio nella città oplontina, facendosi promotore e garante di una iniziativa volta a far rinascere la passione dei tifosi nella città oplontina, "oltraggiata" e "oltraggiati" da anni e anni di fallimenti (non solo sportivi) e "galleggiamenti" in campionati non di sua pertinenza. In ultimo, la decisione dell'attuale dirigenza (con a capo Mario Pellerone) di cedere il titolo del club - attualmente in Eccellenza - a titolo gratuito. Insomma, un refrain di quanto già visto e vissuto in anni piuttosto recenti.

"Ho appreso dai quotidiani della triste vicenda giudiziaria che ha coinvolto il Savoia a Torre Annunziata - si legge nel comunicato a firma di Sua Altezza Reale -. Non è solo un insulto ai tanti tifosi che hanno sempre sostenuto, anche nei momenti difficili, con passione e con amore il calcio a Torre Annunziata. Mi sia consentito di poter confessare che è una ferita che mi sta lacerando e sta toccando nel profondo anche la mia sensibilità. Quel gruppo di eroici industriali di molini e pastifici che intesero fondare nel 1908 la società biancoscudata, decisero anche di affidare alla squadra lo storico stemma della mia famiglia. Vedere associato quello stesso stemma all’infame marchio della camorra è motivo di grande inquietudine e sconforto. Sento, dunque, il dovere di dare un contributo per un riscatto morale che risollevi la società e i suoi tifosi dalle nubi che si sono addensate sul calcio a Torre Annunziata".

Per questi motivi "mi sono fatto promotore di un comitato che tiri le fila di un nuovo progetto imprenditoriale capace di dare impulso ad una nuova avventura umana e calcistica e soprattutto di restituire dignità a quel simbolo e alla sua storia - prosegue il Principe di Piemonte e di Venezia -. Chiarisco che non si tratta di un comitato finanziatore, ma solo di personalità che avranno il compito di supportare questo progetto".

Poi l’erede della Casa Reale fa i nomi di quattro professionisti che dovrebbero supportarlo in questa iniziativa.

"Ringrazio il dottore Nazario Matachione, l’ingegnere Roberto Passariello, e il dottore Marco Limoncelli per aver accettato il mio invito a fare parte di questo comitato. Il dottore Matachione è ben noto per le sue capacità imprenditoriali ed è rimasto nel cuore dei tifosi per tutto quanto ha dato durante il periodo della sua gestione. Nonostante qualche sua iniziale titubanza e perplessità - spiega Emanuele Filiberto di Savoia - alla fine si è deciso a starmi vicino per darmi un conforto esclusivamente tecnico grazie all’esperienza maturata nel settore. L’ingegnere Passariello è esperto in certificazioni internazionali per la tutela dei consumatori e promotore della lotta al doping e dello sport pulito. Il dottore Limocelli è un noto esponente del mondo bancario e finanziario. Abbiamo, infine, coinvolto l’avvocato Elio D’Aquino perché ci dia un contributo a creare un parterre di personalità istituzionali del territorio idonee a garantire che questo progetto nasca nella massima trasparenza e legalità e tenga lontano le ombre scure della camorra e della criminalità".

"Il futuro che scegliamo lo dobbiamo costruire nel presente - conclude Emanuele Filiberto -. Io spero di poter dare un umile contributo perché il futuro del Savoia Calcio ritrovi luce, spensieratezza ed entusiasmo".

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