L'ultima partita che il Savoiia giocò il Giraud, novembre 1988, fu quella vinta nel derby contro la Paganese, grazie ad un gol di Walter Ruggiero. Da allora la squadra si trasferì nella vicina Boscotrecase, unica struttura in quel periodo disponibile. C'era un campo che non aveva spalti, ma purtroppo si dovette accontentare di quello che passava il convento.
Nell'immaginario collettivo il sacrificio doveva durare solo due anni, in quanto la consegna del nuovo stadio dera prevista nel 1990, anno in cui a Torre Annunziata c'erano anche le elezioni comunali.
A Torre Annunziata il Savoia ci ritornò dopo ben 2 anni, era il 24 febbraio del 1991, davanti ad oltre 4mila spettatori, con la squadra che disputò un campionato professionistico, perché mentre i lavori erano ancora fermi al palo, il Savoia aveva vinto il campionato di Interregionale, e la società del presidente Farinelli si vide costretta a chiedere ancora una volta ospitalità, in quanto le promesse di ultimazione dei lavori restarono tali.
Le gare interne si disputarono, per la prima parte del campionato, al Romeo Menti di Castellammare di Stabia, che non sempre era disponibile, di conseguenza iniziò l'ennesimo pellegrinaggio senza sosta, che vide negli anni il Savoia chiedere ospitalità a tutte le strutture campane, nessuna esclusa.
Da quel 24 Febbraio del 1991 i lavori di completamento dello Stadio resteranno una chimera, ed il Savoia disputerà ben 4 stagioni in una struttura che di stadio aveva solo la forma.
La svolta arrivò durante la stagione 1996/97, quando la famiglia Moxedano iniziò ad alzare il livello tecnico, costruendo una squadra che almeno sulla carta puntava alla vittoria del campionato di serie C. Purtroppo senza una struttura adeguata tutti i progetti non erano attuabili.
In un drammatico incontro all'interno del vecchio ingresso dello stadio, si decise a malincuore di accettare l'ennesimo trasloco, stavolta lo stadio era il San Paolo di Napoli.
Mario Moxedano si impegnò a portare il Savoia in serie B e l'amministrazione Comunale a terminare i lavori e a consegnare alla città uno stadio dove poter disputare un campionato importante, come la cadetteria.
Ancora una volta i tempi non saranno rispettati, il Savoia al primo tentativo non riescì a conquistare la serie B, perdendo la finale a Roma contro l'Ancona. Era il 15 giugno del 1997.
Nonostante la grande delusione, i tifosi non mollarono la presa e continuarono senza sosta un pressing asfissiante sull'Amministrazione Comunale, con continue proteste durante le sedute di Consiglio comunale.
Ancora una volta, come già accaduto durante gli anni ’60 con il capitano Arcangelo Arpaia ed il dottore Antonio Ciniglio, determinante sarà la presenza di Catello Monaco, alias "Zacchiello", storico capo tifoso, che sedeva nei banchi del consiglio comunale.
Il sindaco Francesco Maria Cucolo gli affidò la delega allo stadio e, grazie alla condivisione dell'obbiettivo da parte di tutte le forze politiche, ciò che fino a qualche anno prima sembrava un miraggio, iniziò a prendere una strada diversa.
Durante la stagione 1998/99, il Savoia di Osvaldo Jaconi con i suoi impareggiabili tifosi al seguito conquistò una storica promozione al Partenio di Avellino contro la Juve Stabia, in un derby passato alla storia. L'Amministrazione Comunale mantenne il suo impegno con la città. Lo stadio era finalmente pronto.
Il 15 agosto 1999 davanti ad oltre 10mila mila spettatori, vienne inaugurato il nuovo stadio Alfredo Giraud, un vero e proprio gioiellino, una vittoria per l'intera cittaà di Torre Annunziata, mai doma e sempre vicina alla squadra del cuore, nonostante tutto e tutti.
Una notturna passata alla storia, una serata indimenticabile, contro la Sampdoria di mister Giampiero Ventura, una grande festa, con la città che finalmente vide coronato un doppio sogno, e i tifosi questo lo avevamo sempre sognato.