Ieri pomeriggio, nel corso della sua intervista a Verissimo, Manuel Bortuzzo ha ammesso di aver rivisto Lulù Selassiè in segreto, anche dopo la fine “ufficiale” della loro storia d’amore: “A novembre ci siamo riavvicinati questo è vero. In quel periodo sembrava cambiata. Lei mi ha fatto vedere che era la compagna che sognavo di avere accanto a me, ma non è durata. Dopo un po’ è tornata ad essere gelosa, ossessiva e possessiva”.

Poche ore dopo l’intervista che Manuel ha rilasciato a Silvia ToffaninJessica e Lulù sono intervenute sui social, tirando anche qualche frecciatina. Ora, anche Clarissa Selassié ha detto la sua in una serie di storie su Instagram.

Quando si tratta della mia famiglia, non accetto compromessi: parlo, mi espongo e difendo. Sempre. Non per protagonismo, ma per senso di appartenenza, amore e giustizia. Difenderò mia sorella oggi e sempre, perché chi ha valori veri non aspetta il consenso degli altri per stare dalla parte giusta. Se avesse commesso errori, sarei stata la prima a riconoscerli e ad aiutarla a rinascere, come si fa in una famiglia che conosce il valore del perdono e della crescita. Ma questo non è il caso.

E oggi, da questa nuova vita che stiamo costruendo, io faccio parte naturalmente: perché la nostra famiglia è unita da legami e principi che non hanno bisogno di approvazione esterna. A chi parla di processi che si fanno in tribunale e non sui social, ricordo che la mia immagine è stata pubblicamente calunniata per anni.

Come personaggio pubblico, ho il diritto e il dovere di difendermi anche sui social. Nessuno mi toglierà la parola, né il diritto di replica. Difendersi in pubblico è un diritto, tanto quanto lo è in sede legale. A chi ci accusa di cercare attenzione, rispondo con i fatti: se l’avessimo voluta, avremmo scelto la visibilità tre anni fa, non oggi, con dignità e in silenzio.

Chi parla di ossessione dimostra soltanto di non capire. Questa non è ossessione: questa è la mia vita. Una vita reale, fatta di emozioni vere, di ferite profonde e di responsabilità che non finiscono mai. Non sto rincorrendo un’idea o un’ossessione malsana: sto difendendo la mia storia, la mia famiglia, il mio vissuto. Chi riduce tutto a una ‘fissazione dimostra solo superficialità. Perché la vita vera non si spegne come uno schermo o si mette in pausa come un videogioco. Ci sono eventi che segnano per sempre, che restano anche quando tutti si sono dimenticati. E io li porterò con me per tutta la mia esistenza. Per questo non accetto né accetterò mai che qualcuno provi a minimizzare, a ridicolizzare o a zittire il dolore, la verità, e la lotta di chi difende se stesso e i propri affetti più cari. Difendere la propria famiglia non è ossessione. E identità, coraggio e amore”.