Ieri pomeriggio, Dagospia ha annunciato l’addio di Amadeus e Fiorello alla Rai e l’approdo a Warner Bros. Discovery: “Accordo fatto, domani il contratto verrà definitivamente chiuso dagli avvocati – si legge sul sito di Roberto D’Agostino -. Amadeus sarà il responsabile dell’emittente Warner Bros. Discovery per tutto ciò che riguarda l’intrattenimento di Nove. Dopo l’estate toccherà a Fiorello traslocare dalla Rai di Tele-Meloni per affiancare Amadeus, Crozza e Fazio. E questo è solo l’inizio”.
A spingere Amadeus a prendere questa decisione sarebbero state le imposizioni di viale Mazzini, rivelatesi sempre più stringenti, e allo stesso tempo la mancanza di libertà ed autonomia. Nel corso di questi anni, il conduttore avrebbe ricevuto precise direttive per quanto riguarda gli ospiti da invitare nei suoi programmi e, al contempo, gli sarebbe stato imposto di fare il giro delle varie trasmissioni per dare luce ai programmi in difficoltà.
A svelarlo è il Corriere della Sera: “Il conduttore non vuole che la sua statua venga aggiunta in groppa al cavallo di viale Mazzini, ma si aspettava un trattamento che tenesse conto dei risultati che ha portato in Rai sia in termini di ascolti sia in termini di raccolta pubblicitaria (c’è chi parla di quasi 100 milioni di euro l’anno. Amadeus chiedeva alla Rai autonomia e libertà, che significa che non vuole imposizioni sugli ospiti da chiamare nei suoi programmi, né vuole fare il giro di tutti gli studi Rai – in questo caso lui come ospite – per dare luce alle trasmissioni che magari sono in difficoltà. Un conto è un piacere personale, un contro un’imposizione aziendale”.
A ciò si aggiungono altri diktat di natura politica, secondo cui Amadeus avrebbe dovuto assoldare nel cast di Sanremo Povia tra i cantanti in gara e Mogol come direttore artistico. Inoltre, ad Amadeus sarebbe stato chiesto di incontrare Pino Insegno per un pranzo, per legittimare la presenza del conduttore nella rosa della Rai dopo le voci che lo volevano di nuovo in tv per via della sua vicinanza a Giorgia Meloni.