Quando ricevetti la notizia per telefono della scomparsa del mio amico Raffaele Di Sarno (20 agosto 2012), a soli 53 anni, ero a Parigi. E ricordo che dovetti sedermi su un gradino, perché mi sentii mancare. Come era possibile che un uomo così pieno di vita, energico, passionale non c’era più!  Ero molto triste e commosso, ma anche tanto dispiaciuto perché impossibilitato ad essere presente al funerale per tributargli l’ultimo affettuoso saluto. 

Nelle iniziative del suo partito, il Pds-Ds-Pd (l’ho conosciuto agli inizi degli anni Novanta, quando il PCI si trasformò con Achille Occhetto nel Partito Democratico di Sinistra) lo trovavi sempre in prima fila. Nei momenti elettorali era il vero “motore” della sezione (che non per caso è stata intitolata proprio a lui), mobilitando e sollecitando i compagni e i candidati ad incontrare i cittadini e ad andare nei quartieri.

Nei lavori più umili non si tirava mai indietro. Lo vedevi di giorno a distribuire materiale elettorale e di notte, con secchio, colla e pennello ad attaccare manifesti. Nelle riunioni di partito era tra quelli che si infervoravano di più quando interveniva.

Odiava, però, la retorica e il linguaggio forbito, preferiva la concretezza delle argomentazioni e le proposte fattibili. Eppure, nonostante ciò, non si faceva mai avanti quando bisognava coprire incarichi di potere, e solo quando era proposto e “costretto” da altri accettava.

Un vero esempio di “compagno di una volta”, che sacrificava a volte anche la famiglia per la sua passione politica. Quando era sotto tensione fumava come un turco, e quella sigaretta accesa tra le labbra era un segno distintivo della sua personalità. Nonostante fosse un po’ testardo, e cercasse di convincere gli altri delle sue idee, dialogava con tutti senza pregiudiziali.

A tal riguardo, una cosa che mi è rimasta impressa è che cercava sempre il confronto, anche a sera tardi. Bussava al campanello dei suoi amici più intimi per invitarli a scendere, facendo quattro chiacchiere e un giro in auto per la città. Insomma era un vortice inarrestabile, ma sapevi che da lui avresti sempre ricevuto comportamenti di sincerità e lealtà.

Il suo esempio di militante di base e di dirigente politico era ammirato da tutti, essere suo amico era un motivo di orgoglio. Ecco perché non ti dimenticheremo mai Raffaele!