A cura della Redazione

Alza il tiro Carmine Alfano, in fin dei conti non ha nulla da perdere. I risultati del primo round delle elezioni non sono state a lui favorevoli: 1.601 voti in meno rispetto al suo avversario, Corrado Cuccurullo, e 553 voti in meno rispetto a quelli della sua coalizione. Rimangono meno di quindici giorni per recuperare il gap, allora meglio partire lancia in resta.

"Il 58 per cento della città non vuole il Pd e il centrosinistra. Cuccurullo non ha vinto”. La prima stilettata del professore. Tra le mani i fogli dei dati, ma li guarda poco, ha studiato bene il copione. “Noi siamo molto più inesperti, per questo ci sono stati voti disgiunti che mi hanno penalizzato. Non penso minimamente che qualcuno abbia remato contro”. 

La sua fissa è il Pd, sa di toccare l’anello “debole” della coalizione avversaria, a cui ha sempre addebitato il degrado in cui versa la città, dopo tre decenni ininterrotti di governo cittadino. “Il Pd con Cuccurullo si è ricostruito la verginità, e ve lo dice uno che di ricostruzione se ne intende visto che esercito la professione di chirurgo plastico ed estetico”.

Poi punta il bersaglio su due ex alleati, l’ex sindaco Ascione e il suo vice Veltro. Fino a poche settimane dal voto i due facevano parte di Alleanza Straordinaria con le liste “Agorà” e “Progressisti e Democratici”. Poi la rottura e l’adesione alla coalizione di centrosinistra. “La lista +Europa con Ascione alle spalle doveva essere azzerata - riprende Alfano -. Quella di Progressisti e Democratici di Veltro che rappresenta?”.

Un motivo in più per vincere e togliere la soddisfazione ai due ex di avere un proprio rappresentante in Consiglio comunale.

Alfano poi snocciola la sua strategia per il prossimo futuro: “Al ballottaggio vinciamo se la gente vuole il cambiamento. E il cambiamento in questa città siamo noi e si chiama Lucio D’Avino. I giovani hanno messo le ‘palle’ sul tavolo e dimostrato che possono fare politica. Lo chiamerò per il ballottaggio, sarà una trattativa politica. Chiamerò anche Zeppetella. Di me si possono fidare, del Pd no! Torre Annunziata se vuole morire può decidere di farlo e in questi casi un chirurgo, contro la volontà del paziente, non può nulla”.

Qualcuno è pronto a scommettere che Alfano sul piatto delle trattative sia pronto a cedere anche qualche posto in giunta, magari la carica di vicesindaco. Sarà vero? La posta in palio è molto alta ed ognuno gioca le sue carte come meglio crede.

Poi la stoccata finale al Partito Democratico: “Quando mancava un’ora alla chiusura delle urne ho visto un uomo in pigiama e pantofole davanti all’ufficio elettorale per rinnovare la scheda. Probabilmente si era dimenticato di andare a votare e qualcuno gliel’ha ricordato… Come vedete questi signori sanno fare bene il loro lavoro”.