Un fatto gravissimo si è verificato al Comune di Torre Annunziata. Il presidente del Consiglio comunale Raffaele di Donna, venendo meno ad un suo obbligo, si rifiuta di convocare il Consiglio comunale straordinario chiesto da ben 14 consiglieri comunali (lo Statuto ne prevede un minimo di otto), in cui andrebbe discussa e votata la sua sfiducia.
Il fatto è di una gravità senza uguali. L’articolo 18 comma 4 dello Statuto comunale, infatti, recita testualmente: «La mozione di sfiducia motivata al Presidente del consiglio può essere presentata dal Sindaco o da almeno un terzo dei Consiglieri in carica; è discussa e votata per appello nominale entro quindici giorni dalla presentazione e si intende approvata qualora consegua la maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio».
Considerato che la richiesta dei consiglieri è stata protocollata l’8 giugno scorso, se ne deduce che il consiglio comunale doveva essere convocato inderogabilmente entro il 23 giugno. Ma Di Donna si è guardato bene dal farlo.
Da qui la “denuncia” dei consiglieri al Prefetto di Napoli, in base al comma 5 dell’art. 39 del D.Lgs. 267/2000 che dice: «In caso di inosservanza degli obblighi di convocazione del consiglio, previa diffida, provvede il Prefetto».
Ora la domanda nasce spontanea: «A che gioco sta giocando il presidente del Consiglio?».
Molti ritengono che il suo scopo sia solo quello di allungare i tempi del suo mandato, oramai segnato, con la speranza che la Prefettura prenda in esame l’istanza il più tardi possibile e gli imponga di convocare il consiglio comunale non prima di agosto. In tal caso potrebbe giovarsi dell’assenza di molti consiglieri in ferie e rimandare a settembre la convocazione del consiglio comunale.
Sembra che Di Donna abbia scritto al sindaco ed ai consiglieri: «Non merito la sfiducia - avrebbe detto in sintesi - perché ho sempre rispettato le regole».
Già, come non credergli…
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