«Fare teatro per me è diventata una necessità. E’ come respirare». Giovanna Contento descrive così l’emozione che le sprigiona il palcoscenico. Un universo con cui ha familiarizzato da non molto, 7/8 anni. Un lasso di tempo, però, sufficiente per trasformarsi in una esigenza vitale e per raggiungere livelli interpretativi davvero notevoli.
Giovanna, sabato scorso, ha ricevuto un riconoscimento prestigioso: il Premio del Pubblico alla sesta edizione del “Festival nazionale del Monologo 2024”, organizzato dalla FITA (Federazione Italiana Teatro Amatori) conclusosi il 12 ottobre al Teatro Fara Nume di Roma. Insieme all’attrice casertana Nadia Marsano, ha rappresentato la Campania confrontandosi con performer di altre 10 regioni in una kermesse di cifra artistica molto elevata.
«E’ stata per me un’esperienza importantissima. Un momento di grande crescita – aggiunge Giovanna Contento - prima dal punto di vista umano e poi sul piano artistico, in quanto il confronto avviene con attori dell’Italia intera e tutti, professionalmente, di un certo spessore. Sono molto soddisfatta anche per la tipologia di premio, quello del pubblico. Perchè significa essere arrivata a tanti e credo che per un attore non ci sia niente di più appagante che toccare il cuore delle persone. La mia passione per il Teatro è nata proprio per questo contatto che si stabilisce con gli spettatori».
Giovanna ha collaborato con diverse compagnie del nostro territorio e attualmente fa parte del team “’A Fenesta da Torre” di Torre Annunziata, fondato e diretto da Vincenzo Genovese.
«E’ un gruppo di persone molto compatto e affiatato – afferma l’attrice – che trasmette certezze e sicurezza. Grazie a questi straordinari compagni di viaggio spero di migliorare sempre di più, restando però con i piedi ben saldi per terra».
Il monologo con il quale Giovanna Contento ha ipnotizzato il pubblico sabato sera si intitola “Il Mostro” ed è tratto dal libro “Ferite a morte” di Serena Dandini. E’ la storia di un femminicidio. Una donna viene bruciata dal marito e si racconta in scena subito dopo il suo assassinio. Nonostante sia stata uccisa, cerca sempre una giustificazione ad ogni azione compiuta dal compagno, anche quella che la porterà alla morte.
«E’ un testo molto attuale, profondo e significativo. Molte donne – sostiene Giovanna Contento - sono soggiogate da quello che credono amore e invece è tutt’altro».
E a proposito del premio conclude: «Un attore non cerca e non vuole applausi. Anche se quelli sono sempre graditi. Un attore vuole ascoltare il silenzio del pubblico, perché significa che è stato rapito dalle emozioni che riesci a trasmettergli. Quando si crea questa connessione, è il premio più bello che ti possa arrivare».