La ricorrenza della “Strage di Sant’Alessandro”, avvenuta il 26 agosto 1984 a Torre Annunziata, rimane senza dubbio l’evento più tragico causato da mani criminali.
Gli otto morti lasciati a terra sulla strada che da via Roma conduce a via Castello, e i quindici feriti accertati, non lasciarono dubbi sulla matrice camorristica della spedizione di morte, organizzata e messa in atto a bordo di un pullman rubato qualche giorno prima a Scalea.
Gli otto omicidi vennero etichettati come "strage di camorra”, in quanto le vittime vennero tutte identificate come appartenenti al clan di Valentino Gionta.
Ma non era così. Il ricordo personale e la conoscenza di Antonio Frizzi racconta tutt’altro.
Antonio era nato a Torre Annunziata l’11 agosto del 1955. Ragazzo educato e benvoluto da tutti, aveva la passione del calcio. Gli esordi nel Rovigliano, poi agli ordini del mitico allenatore Salerno, con i primi eccellenti risultati, gli danno la possibilità di farsi notare nel ruolo di difensore.
Partecipa ad un torneo internazionale in Austria, mettendosi in luce assieme al gruppo di ragazzi torresi, di cui alcuni hanno avuto successo in ambito professionistico.
Dopo qualche anno lo ritroviamo a Pagani a contendersi un posto in squadra nel campionato di serie D.
Alterna fortuna ebbe in ambito lavorativo in quanto, dopo aver partecipato a diversi concorsi, la “chiamata” tardava ad arrivare, anche perché non aveva i cosiddetti "santi in Paradiso".
Antonio non si arrendeva mai, nella vita come nel calcio, era sempre in fiduciosa attesa.
Nel frattempo, aveva trovato un impiego come autista di pullman turistici riuscendo così a guadagnarsi onestamente uno stipendio.
Quel maledetto 26 agosto Antonio era di passaggio in via Roma e si era appena fermato a parlare con un conoscente.
Non sappiamo di cosa avessero parlato in quei pochi minuti di sosta. Forse di calcio, di lavoro oppure si fermarono solo per un saluto.
Pochi minuti e verso mezzogiorno l’agguato.
L’arrivo del pullman, gli spari, le urla, il sangue, il terrore, la morte. Il fato volle che tra gli otto morti ci fosse anche Antonio Frizzi.
La tumulazione si svolse il mercoledì successivo, alle ore 21 nel cimitero di Torre Annunziata, alla presenza delle forze dell’ordine affinché venisse rispettato il divieto di svolgere il funerale.
Antonio venne riconosciuto dallo Stato Italiano “vittima innocente di camorra”.
(La foto è condivisa sulla pagina Fb di Bruno Ranieri. Nella foto, il calciatore torrese, all'epoca militante nel Napoli, mentre premia Antonio Frizzi sul campo dei Salesiani, nel 1973).