Nonostante siano passati tanti anni e il boss sia detenuto, la paura di testimoniare contro di lui è ancora forte.
Il processo è quello delicato e vede alla sbarra il capo della famiglia di narcotrafficanti di Torre Annunziata, il 45enne Francesco Tamarisco 'o nardiello, accusato di essere il mandante dell'omicidio di “mamma coraggio” Matilde Sorrentino, la donna che con le sue denunce fece emergere l'orrore del rione Poverelli, una scuola trasformata in luogo di incontri tra bambini e pedofili.
A testimoniare ieri mattina in aula sono state chiamate le altre due "mamme coraggio", che insieme a Matilde rivelarono agli inquirenti gli orrori della scuola del rione Poverelli. Una non si è presentata, l'altra ha fornito un racconto molto vago, dicendo di non aver mai sentito parlare dei Tamarisco e di non aver denunciato minacce. Eppure, vive a Torre Annunziata, a due passi da quel quartiere, dove hanno la loro roccaforte. E soprattutto, pochi giorni dopo l'uccisione di Matilde si presentò dai carabinieri per denunciare di essere stata minacciata di morte.
Il killer che uccise Matilde Sorrentino sta scontando l'ergastolo. È Alfredo Gallo, ritenuto al soldo dei Tamarisco, sia per compiere il delitto, che durante la sua detenzione, finanziata con 500 euro al mese, secondo l'accusa, forniti dalle donne del boss direttamente ai familiari dell'assassino. Un modo, questo, anche per comprare il suo silenzio e non rivelare mai chi sia stato il mandante dell'omicidio della Sorrentino.
Insieme ai due figli di Matilde, rappresentati dall'avvocato Elena Coccia, parte civile al processo c'è anche il Comune di Torre Annunziata. A rappresentare l'Ente comunale oplontino nel corso del procedimento che si tiene alla Corte d’Assise di Napoli, è l’avvocato Flavio Bournique.
La svolta nell'omicidio di Matilde Sorrentino, la "mamma coraggio" di Torre Annunziata ammazzata per aver denunciato lo scandalo pedofilia alla scuola del rione Poverelli, era arrivato pochi mesi dopo. Il Gip di Torre Annunziata aveva emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Procura oplontina, a carico di Francesco Tamarisco, 45 anni, ritenuto il mandante dell'atroce assassinio avvenuto il 26 marzo 2004. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, che avevano condotto le indagini.
La donna fu ammazzata fuori alla porta di casa con diversi colpi di pistola. Aveva 49 anni. Le indagini condotte nell'immediatezza dei fatti, portarono all'arresto, il 30 aprile 2004, da parte dei carabinieri, dell'allora 26enne Alfredo Gallo, pregiudicato, ritenuto l'autore materiale del delitto. L'uomo, che oggi ha 40 anni, è stato condannato all'ergastolo in via definitiva e sta scontando la pena. Per il suo presunto "datore di lavoro" Tamarisco è in corso un delicato processo.