Ultimo saluto ad Alfonso Lustri, il 37enne di Torre Annunziata morto lo scorso 10 giugno all’ospedale di Boscotrecase, in seguito ad un incidente stradale in via Roma in cui è rimasto ferito anche un altro ragazzo di 20 anni.
Una folla in lacrime ha atteso, sotto il sole rovente della giornata, il feretro. Tanti i giovani presenti che si stringevano intorno a quella bara di legno.
Ancor più straziante quando la musica del “il silenzio d’ordinanza” ha accompagnato il feretro di Alfonso sull’altare della chiesa Santa Teresa di Gesù, in piazza Ernesto Cesàro.
Applausi, pianti, bisbigli. Tutti avevano tenerezza di quella giovane moglie, Maria, che distrutta dal dolore ha dovuto dire addio, improvvisamente, a suo marito. Tutti avevano negli occhi un suo ricordo.
Era un ragazzo del popolo. Sempre sorridente, era legato alla sua compagna da anni.
Maria e Alfonso sono cresciuti insieme. Erano bambini quando è nato il loro amore. Innamorati avevano creato la loro famiglia con due splendidi figli. Due maschietti che, non ancora coscienti di ciò che stanno vivendo, cresceranno senza il loro padre.
«Un papà premuroso, un giovane conosciuto e amato dalle persone ci ha dovuto dire addio troppo presto - dice Don Antonio Carbone nella sua omelia -. Questo dolore che vi sta lacerando è inspiegabile - prosegue il sacerdote rivolgendosi ai familiari -. E’ innaturale pensare che un padre debba dire addio a suo figlio. Nessuno può immaginare il dolore e la disperazione di questo uomo (Domenico, dipendente del Politeama di Torre Annunziata, ndr) che ha già dovuto seppellire sua moglie. Alfonso vivrà nei cuori e nei ricordi di chi lo ha conosciuto. I suoi figli - conclude Don Antonio - vivranno per lui».
In attesa dei risultati dell’autopsia effettuata su disposizione del magistrato per chiarire le cause effettive del decesso, molti torresi vivono la tristezza di aver perso un bravo ragazzo, un giovane sempre solare ed educato.
Era conosciuto Alfonso. Aveva tanti amici. Ha lavorato per anni nel panificio "Quattro Passi" di via Carlo Poerio. Appassionato della musica partenopea, consegnava il pane ascoltando al massimo volume le sue canzoni preferite. Ogni giorno non mancava una dedica radiofonica alla sua Maria. Entrambi cresciuti nel quartiere “Provolera”, avevano il loro nido d’amore a Trecase. La vita di Alfonso non è stata molto giusta con lui. Da poco aveva perso la mamma, ma l’amore per quei due figli lo spingeva a mantenere quel sorriso. Cercava in tutti i modi di portare "il pane" a casa.
Dalla sua scomparsa non si contano i messaggi di amici e parenti su Facebook. Tutti condividono un ricordo.
Alfonso, detto “'o brillante”, era innamorato di Torre Annunziata.
Se ne andava in giro per la città in sella al suo motorino elettrico. Quel motorino che, in quel maledetto pomeriggio del 10 giugno, gli ha strappato la vita troppo presto.
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