A cura della Redazione
Droga. Il sistema economico illegale del clan Gionta è stato ricostruito per intero. Oltre che sulle estorsioni si basa sul traffico di droga con ricavi di oltre 170 mila euro al giorno. Per quanto concerne la droga - secondo la Procura - le indagini hanno accertato, senza ombra di dubbio, che il clan Gionta è ai vertici nazionali tra le organizzazioni importatrici di sostanze stupefacenti. La droga veniva importata attraverso strutture logistiche fornite da un´azienda di trasporti. Spesso per abbattere i costi di approvvigionamento, veniva acquistata con il sistema delle ´puntate´, aperto anche alle partecipazioni di altri clan operanti a Napoli e Torre Annunziata. La droga, una volta importata, veniva destinata in gran parte ad alimentare le cinque piazze di spaccio gestite nel centro oplontino.
Intercettazioni. Donne e uomini del clan Gionta parlavano liberamente di traffico di droga, organigramma del clan, rapporti di alleanze e guerra con altri sodalizi: non sapevano che ad ascoltarli c´erano gli agenti di polizia giudiziaria. L´operazione anti camorra è stata resa possibile dalle intercettazioni telefoniche ed ambientale eseguite dentro le abitazioni dei dirigenti del clan all´interno del palazzo Fienga, storica roccaforte della cosca. L´ascolto in presa diretta delle conversazioni ambientali già nel maggio 2007 ha consentito di ricostruire le drammatiche fasi relative al duplice omicidio di Antonio De Angelis e Francesco Paolo Genovese, avvenuto a Torre Annunziata, il 22 aprile 2007 ed a emettere un decreto di fermo a carico di nove persone gravemente indiziate dell´agguato e del tentato omicidio di Tullio Calabrese, il 19 maggio 2007. Un contributo determinante è arrivato anche dalle attività di video ripresa, con telecamere nascoste, del traffico di sostanze stupefacenti nei luoghi dello spaccio. Fondamentale, inoltre, le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, tra i quali persone dello stesso clan Gionta.