A cura della Redazione
MILANO - E´ stata depositata nella cancelleria della quinta sezione della Corte d´Appello di Milano l´istanza con la quale Silvio Berlusconi ha ricusato il presidente della decima sezione del Tribunale di Milano, Nicoletta Gandus. La ricusazione riguarda il processo in cui il premier è imputato per corruzione in atti giudiziari con l´avvocato inglese David Mills. Da parte del giudice Nicoletta Gandus sarebbero state fatte "reiterate manifestazioni di pensiero" che "appalesano" una "inimicizia grave nei confronti dell´imputato Berlusconi". Lo si legge nell´istanza di ricusazione del giudice, presentata dai legali del premier. Il procuratore della Repubblica di Milano Manlio Minale, "deve con forza respingere" le "illazioni" dopo aver letto "così come riportato sulla stampa" il testo della lettera di Silvio Berlusconi al presidente del Senato, Renato Schifani, in cui si parla di "stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici" nel processo Mills-Berlusconi. Lo si legge in una nota del capo della Procura.
LUNA DI MIELE ADDIO, SCONTRO TRA POLI
E´ durata un mese e mezzo la luna di miele al Senato fra maggioranza ed opposizione. La lettera del presidente del Consiglio a sostegno degli emendamenti battezzati "salva-premier", letta dal presidente Renato Schifani in Aula, ha cambiato del tutto il clima nell´Aula del Senato dove si discute sul decreto sicurezza, riportando le lancette dell´ orologio indietro ai tempi dello scontro frontale tra gli opposti schieramenti che ha contraddistinto le due precedenti legislature. Quasi tutti i senatori dell´opposizione chiedono la parola per stigmatizzare l´intervento del premier rievocando il tempo delle "leggi ad personam" che, secondo l´opposizione, ha segnato la precedente esperienza berlusconiana di governo. La linea d´ attacco, concordata da Idv e Pd è la richiesta di non passaggio agli articoli considerando la presentazione ieri degli emendamenti "salva processi" come un fatto che "stravolge le finalità del decreto" come ha sostenuto il costituzionalista Stefano Ceccanti, su cui l´Aula non ha potuto pronunciarsi essendo stati depositati dopo la discussione generale del provvedimento chiusasi giovedì scorso. Dai banchi del Pd e dell´Idv si succedono parole sui "rischi di regime" oltre ad espressioni di "sconcerto, amarezza, stupore" per la lettera considerata, sopratutto dai senatori del Pd, "uno schiaffo al dialogo" fino a parlare di "insulti al Parlamento".
"La lettera di Berlusconi - osserva il vice presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda - spiega in modo spudorato che l´emendamento ha un obiettivo specifico: escludere dal giudizio dei magistrati i comportamenti del presidente del Consiglio". Il capogruppo dell´Idv Felice Belisario parla di un tentativo di "dittatura dolce" con "l´evidente volontà di mettere il bavaglio alla magistratura". Per Belisario l´iniziativa di Berlusconi è "la pietra tombale di questa legislatura". Dai banchi della maggioranza qualcuno irride, Belisario non si scompone e replica "governerete o sgovernerete per cinque anni ma non ci sarà nessun dialogo e soprattutto salirà la protesta nel paese perché tornate ad occuparvi delle vicende personali del premier considerandole problema di rilevante urgenza e necessità". "In nessun altro paese europeo - tuona Emma Bonino - si potrebbe assistere per decreto alla sospensione dei processi, qualsiasi siano le motivazioni. Tutto questo conferma lo scarso senso istituzionale del premier". Intervengono anche gli ex pm Gerardo D´ Ambrosio e Felice Casson che non nascondono le loro preoccupazioni per il "vulnus alle regole della democrazia". "Quando ho visto l´emedandamento - confessa Casson - sono saltato sulla sedia. Qui si stravolge la Costituzione. Siamo in fortissimo contrasto con i principi fondamentali del nostro ordinamento, con particolare riferimento al principio dell´obbligatorietà dell´azione penale e della separazione e dell´autonomia della magistratura rispetto al potere politico in senso lato, in particolare al Governo ed al Parlamento". Schifani dà la parola a tutti facendo rispettare rigorosamente i tempi di intervento e spegne d´autorità il microfono quando si eccede il minuto, minuto e mezzo concesso mentre i senatori della maggioranza rimasti in Aula non prendono la parola seguendo con aria distratta i lavori. Poi, a fine seduta, il presidente mette in votazione la richiesta di "non passaggio agli articoli" che il Senato boccia con tondo 159 contro i 122 a favore. I lavori riprenderanno nel pomeriggio con l´esame dei contestati emendamenti.
NORMA BLOCCA-PROCESSI PER REATI FINO A GIUGNO 2002
ROMA - Tutti i processi per reati commessi fino al 30 giugno 2002 che si trovino in una fase che va dall´udienza preliminare alla chiusura del dibattimento di primo grado e che non riguardino reati gravissimi, come mafia, terrorismo o incidenti sul lavoro, saranno sospesi per un anno. E´ quanto prevede uno degli emendamenti presentati dai relatori Filippo Berselli e Carlo Vizzini, rispettivamente presidente delle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali del Senato, al decreto sicurezza. La norma, tanto annunciata come ´apripista´ al cosiddetto ´Lodo Schifani´, alla fine trova una sua collocazione nel provvedimento che da domani sarà all´esame dell´Aula di Palazzo Madama. E fa insorgere l´opposizione che parla di "indulto mascherato" e di incongruenza visto che il decreto sicurezza così aumenterebbe le pene per gli stessi reati per i quali impedisce che si celebrino i processi. "Non è possibile - replica Berselli - che ogni volta che si presenta una proposta in materia di giustizia tutti pensino che possa servire a Berlusconi. Io non so nemmeno se questa misura potrà giovargli in qualche modo. So solo che si tratta di un´iniziativa che velocizzerà i processi e costituirà una corsia preferenziale per tutti i procedimenti penali per reati di grave allarme sociale. E´ inutile continuare a intasare i tribunali con processi che intanto si concluderanno solo con prescrizione o indulto...".
Nelle due proposte di modifica presentate da Vizzini e Berselli si prevede, infatti, non solo la sospensione dei processi, ma anche l´indicazione ai magistrati su quali siano i procedimenti che dovranno essere affrontati prima degli altri. Si dice cioé che i Tribunali italiani dovranno occuparsi prima di tutto di reati punibili con l´ergastolo o con condanne superiori ai 10 anni, o che riguardino criminalità organizzata, la riduzione e il mantenimento in schiavitù, la tratta di persone, l´acquisto o la vendita di schiavi, il sequestro a scopo di estorsione, il terrorismo, le stragi, l´omicidio. E altri reati di grave allarme sociale, tra cui quelli relativi agli incidenti sul lavoro. In più, le toghe dovranno sempre dare la precedenza a tutti quei procedimenti con imputati detenuti o con rito direttissimo. Chi non vorrà avvalersi della sospensione, ovviamente lo potrà chiedere e continuare arrivando a sentenza. Ma, entro tre giorni dalla sospensione, si potrà anche arrivare a patteggiamento benché il processo sia già iniziato. Ed è questa una delle misure più discusse del testo. In questo modo, infatti, si introduce una sorta di patteggiamento ´allargato´ che potrà essere chiesto e concesso anche se c´era già stato un rifiuto in questo senso da parte di Pm e giudice. Durante la sospensione, poi, anche la prescrizione subirà una battuta d´arresto, e riprenderà il suo corso "dal giorno in cui è cessata". Ma questo, commentano esponenti dell´ opposizione, non avrebbe grossa importanza visto che, durante l´anno di ´sospensione´, gli uffici giudiziari saranno costretti a trasformare completamente il proprio ruolo d´udienza per seguire le priorità indicate dal decreto, e così i "processi che la maggioranza considera minori" si potranno celebrare chissà quando: senz´altro dopo che la prescrizione li avrà cancellati. "I processi che riguardano la corruzione però - spiega il capogruppo dell´Udc Giampiero D´Alia - non mi sembra siano tanto ´minori´...". La parte civile del processo sospeso potrà, infine, "trasferire l´azione in sede civile".
I PROCESSI SOSPESI E CON PRECEDENZA
I processi che saranno sospesi per un anno, se l´emendamento presentato diverrà legge, sono quelli per un´ampia gamma di reati tra cui, per fare degli esempi, l´omicidio colposo, il furto (compresi scippi e borseggi), le lesioni, la rissa, la truffa (anche a danno della pubblica amministrazione), l´usura, il sequestro di persona (ma non se è a fine di estorsione o rapina), la corruzione (compresa quella in atti giudiziari), i delitti contro l´inviolabilità dei segreti (dalle intercettazioni abusive alla rivelazione del contenuto di corrispondenza anche se da parte di personale delle poste e dei telefoni). I processi per i quali l´altro emendamento prevede invece una corsia preferenziale, indicati come "relativi ai delitti puniti con l´ergastolo o una pena superiore a dieci anni, ai delitti di cui agli articoli 51 comma 3 bis e 3 quater e 407 comma 2 lettera a del codice di procedura penale", sono tutti i più gravi, dai delitti di mafia a quelli di terrorismo, per i quali la competenza è assegnata alle direzioni distrettuali antimafia ed ai tribunali dei capoluoghi (ad esempio l´omicidio volontario, il sequestro di persona a scopo d´estorsione o di rapina, la rapina), ma anche, è espressamente indicato nel testo dell´emendamento, "i procedimenti con imputati detenuti anche per reati diversi".