L’opera artistica raffigurante Leda e il cigno e i tesori di Boscoreale al centro di critiche politiche. Diplomatico: «Si tratta di campagna elettorale, visto che non sono informati su quanto realizzato»
«La nota che è apparsa sulla stampa locale è pretestuosa ed inutile. Purtroppo alcuni si ritengono, erroneamente, depositari di conoscenze e verità; mi dispiace destarli da questo loro sonno, non è così. Non mi risulta che a Napoli e in altri posti dove ci sono murales anche imponenti ci siano state associazioni che hanno contestato le opere».
È l’incipit della risposta del sindaco di Boscoreale Antonio Diplomatico ad un articolo comparso sulla stampa locale, nel quale si attacca l’amministrazione per il murale realizzato sulla parete esterna della sala consiliare dall’artista sarda Kiki Skipi, raffigurante il mito di “Leda e il cigno” e i tesori ritrovati il secolo scorso durante gli scavi boschesi ed esposti al Louvre di Parigi.
«Leggo solo opinioni personali senza lo sforzo di alcuna verifica – continua il primo cittadino –. C’è una determina che riporta in maniera chiara e sintetica l’iter seguito. Si tratta della solita polemica politica propedeutica alla campagna elettorale: si ipotizza il deturpamento di un bene storico che tale non è, essendo un ampliamento degli anni 80 del Palazzo comunale, quello sì storico e sottoposto a vincoli. La polemica è suffragata anche dalle dichiarazioni della consigliera Pd che dimentica che il suo partito ha più rappresentanti in giunta e la carica più alta del consiglio comunale».
Inoltre, sulla questione del coinvolgimento della cittadinanza, la fascia tricolore è netta: «Credo che mai prima di questa opera si sia così tanto lavorato per coinvolgere i cittadini. Sette incontri sia con i nostri giovani sia con tante altre persone, al fine di sensibilizzarli e recepire indicazioni per la realizzazione del murale. È vergognoso che si contesti la cifra riconosciuta ad un’associazione, famosa per il suo curriculum, che ha portato avanti un iter molto più complesso della sola realizzazione dell’opera. Per questi contestatori di professione – sottolinea Diplomatico – evidentemente esistono due pesi e due misure: le loro idee valgono tanto, quelle di tutti gli altri contano molto meno».
Infine, ha concluso il sindaco: «A Sergio D’Alessio consiglio di non indignarsi a comando, visto che l’opera in questione è realizzata rispettando la legge, e di non utilizzare Libera come strumento di battaglia politica. Non è per questo che don Luigi Ciotti anima l’associazione che contrasta le mafie. Consiglio a tutti un bagno di umiltà ed il doveroso silenzio quale forma di rispetto per chi ha lavorato tanto affinché piazza Pace avesse anche una finestra sull’arte».