Con l’articolo di oggi, riguardante via Caracciolo, via Eolo, sede della la Real Fabbrica d’Armi, e via Boselli, strada dove è ubicata la stazione della Circumvesuviana di Torre Annunziata, completiamo l’esposizione del progetto che investe cinque ambiti urbani, redatto dal Raggruppamento Temporaneo di Professionisti (RTP) Costructura Consulting che si è aggiudicato nel 2020 la gara internazionale per un importo di 400mila euro.
Questo articolo fa seguito a quello della riqualificazione di via Marconi, della Villa Comunale, di via Gino Alfani e rampa Nunziante, e della Villa del Parnaso.
Percorso ciclabile ed ampliamento sede pedonale via Caracciolo e via D’angiò
Stato di fatto - Attualmente la sede pedonale si articola ambo i lati della carreggiata di via Caracciolo fino al vecchio gasometro, con una sede pedonale lato mare che è unita alla darsena pescatori. Il lato opposto è caratterizzato dal tracciato Bayard, al cui piede delle strutture sono presenti i marciapiedi di larghezza limitata e dove fu avviato un interessante progetto di recupero delle arcate borboniche per destinarle ad attività commerciali e di ristorazione leggera.
Progetto - L’area è oggetto di un vasto progetto finanziato con i fondi Jessica, che prevede la totale riconfigurazione della darsena pescatori (appalto già assegnato i cui lavori inizieranno, però, dopo l’estate per non sottrarre posti auto ai bagnanti), portando a ridosso della sede stradale i parcheggi delle auto e spostando verso il mare la sede pedonale e ciclabile. L’ambito di intervento ha inizio con l’accesso al tunnel sottostante il tracciato Bayard, dove lungo tutte le arcate borboniche si prevede l’ampliamento della sede pedonale, considerando il futuro recupero e la nuova destinazione di tali spazi ad attività commerciali e di ristorazione leggera. Pertanto l’ampliamento della sede pedonale consentirà di poter anche attrezzare la superficie con un minimo di tavolini.
La sede pedonale opposta, lato mare, ospiterebbe una ciclabile bidirezionale su corsia riservata, ovvero sul marciapiede. La larghezza della ciclabile sarà di 2,5 metri e sarà posta a bordo marciapiede, conducendo fino all’ingresso del futuro parco urbano (stazione marittima o hub portuale) già in fase di realizzazione. Le sedi pedonali saranno pavimentate in pietra lavica ed i muri saranno intonacati.
L’intervento in via Eolo e via Boselli, porta d’ingresso agli scavi archeologici Oplontis
Stato di fatto - La via Eolo e la via Boselli sono due strade cittadine, di cui la prima interna al centro storico, particolarmente importante in quanto conduce all’accesso della Real Fabbrica d’Armi ed allo Spolettificio Borbonico. Tutta la pavimentazione, a meno del primo tratto di accesso dal corso Vittorio Emanuele e fino a poco prima dell’accesso alla Real Fabbrica d’Armi, è pavimentato in asfalto, mentre immediatamente a seguire l’intero tratto stradale è pavimentato in basoli di pietra vesuviana. L’area antistante lo Spolettificio, piazza Morrone, è pavimentata in asfalto.
La via Eolo serve edifici residenziali ed attività commerciali e conduce, attraverso la piazza Morrone e la via Parini alla SS. 18 tirrenica inferiore (Circumvallazione). Con l’attraversamento pedonale si accede alla via Boselli che conduce all’accesso alla Circumvesuviana. L’intera arteria stradale è pavimentata in basoli di pietra vesuviana, mentre i marciapiedi sono pavimentati in asfalto con cordoni in pietra lavica.
Progetto - La via Eolo, sarà completamente pavimentata in basoli di pietra lavica, rimossi, bocciardati, ridefiniti negli assetti e posati con giaciture di progetto. Antistante la Real Fabbrica d’Armi, si realizzerà uno slargo che definirà un’area di permanenza con una seduta, una essenza arborea ed una nuova illuminazione che ne valorizza la facciata della Real Fabbrica d’Armi.
Il termine con la piazza Morrone, antistante l’ingresso allo Spolettificio, sarà pavimentata in basoli di pietra lavica, con una ridefinizione della sede pedonale. Lungo la via Eolo, saranno individuati posti auto in linea.
Via Boselli sarà completamente pavimentata in basoli di pietra lavica, rimossi, bocciardati, ridefiniti negli assetti e posati con giaciture di progetto. I marciapiedi, invece, saranno riconfigurati ed ampliati a ridosso delle residenze, con larghezza non inferiore a 1,5 metri, mentre a ridosso del muro della linea ferroviaria della Circumvesuviana saranno ubicati i posti auto ed alcune vasche, rivestite in pietra, per essenze erbacee in mix ornamentale.
Medesimo intervento sarà realizzato alla via Sepolcri, dove la pavimentazione stradale sarà in basoli recuperati ed in luogo dell’asfalto sui marciapiedi si realizzerà una pavimentazione in pietra lavica.
Edificio ipostilo, nuova porta di accesso agli scavi archeologici
Stato di fatto - Oggi chi accede all’area degli scavi è costretto a percorrere la via Sepolcri. L’Amministrazione Comunale ha previsto nel Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE) un accesso agevole, diretto e sicuro che pone in comunicazione la via Boselli con via Vittorio Veneto, mediante l’intervento di esproprio ed abbattimento dell’edificio residenziale antistante l’uscita della Circumvesuviana.
Progetto – Per l’edificio residenziale esistente si prevede l’esproprio e la realizzazione di una porta di accesso agli scavi, che ponga in comunicazione via Boselli con via Veneto e superi il dislivello di 5 metri tra i due assi stradali. L’approccio progettuale è stato quello di realizzare un edificio completamente aperto, dal quale poter guardare l’area dello Spolettificio, che in futuro si aprirà alla città mediante un varco diretto.
L’edificio si configura come porta di accesso per raggiungere il sito archeologico di Oplontis: si attraversa sia con le scale poste ai lati, simmetricamente disposte rispetto all’ascensore centrale, che dalla quota della piazza di via Boselli che, mediante il collegamento verticale, conduce alla via Vittorio Veneto, superando il dislivello di 5 metri.
Scriveva un grande economista giapponese, nonché rettore dell'Università di Tokyo, Shigeto Tsuru, conosciuto sui libri durante i miei studi universitari: "Le utopie, o meglio le speranze ragionate, sono le molle che spingono a progettare un futuro migliore".
(Si ringrazia per la collaborazione l'arch. Gino Di Donna dell'UtC, responsabile unico del procedimento)