La spiaggia delle "sette scogliere" a Rovigliano, quartiere di Torre Annunziata, è di una bellezza unica, con sullo sfondo lo scoglio di Rovigliano, la penisola sorrentina e l'isola di Capri. Scogli ma anche una grande distesa di sabbia.
L'unico, grande, immenso problema è rappresentato dalla vicinanza con la foce del Sarno, il fiume più inquinato d'Europa, Oltre ad inquinare le coste dei comuni costieri, il Sarno scarica nelle acque del mare anche rifiuti di ogni genere, una buona parte dei quali si va a depositare proprio sulla spiaggia di Rovigliano. Volontari spesso si prodigano per mantenere l'arenile pulito, ma il loro sforzo è paragonabile alla punizione che Zeus inflisse a Sisifo. Questi, infatti, per aver ingannato Zeus, fu condannato a un'eterna fatica: trasportare sopra una montagna un masso che inesorabilmente ricadeva giù appena toccata la cima.
Il prof. Vincenzo Rosario Mellone e Francesca Santoro hanno fatto pervenire in redazione una lettera che tratta di questa problematica, ma soprattutto lancia un'idea per la riqualificazione della spiaggia: la realizzazione di dune artificiali.
L’Immondezza della Sciatteria
"La bruttura morale dello scaricabarile è rappresentata da parecchie situazioni che ci circondano. È davvero semplice riqualificare un’area di rilevanza artistica e paesaggistica come Rovigliano a meno che non abbiamo paura dello spettro di Donna Fulgida.
Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con legge n°179 del 31/07/2002 e successivo D.M. 27/12/2004, perimetra e rende l’area “delle sette scogliere” sito di interesse nazionale (SIN), in seguito a bonifica del territorio tale area risulta essere un ex SIN.
Diversi gli interventi comunali nel vano tentativo di tenere decente l’area puntualmente investita da maree di rifiuti riversati dai cittadini.
Un moto ondoso che nel tempo si ripete, pulizia e bonifica seguito da inciviltà e immondezza.
I segni di una storia funesta e di una popolazione che ha fatto del motto “Chi fraveca e sfraveca nun perde mai tiempo” sono lo spettro di Amministrazioni che spesso hanno dato poca importanza a quell’area.
Per non calpestare ancora gli strascichi di vecchi errori e non piangere sul latte versato, bisogna pensare ad avvalorare questa zona che riserva innumerevoli potenzialità naturalistiche e paesaggistiche, definendola una “no crush zone” per le aziende e le compagnie di lucro.
Riscoprendo le specie autoctone del territorio come la probabile “Ammophila Littoralis” si potrebbe pensare alla realizzazione di dune artificiali che rappresentano un importante ecosistema meritevole di conservazione. In questo contesto, le alghe in decomposizione che si depositeranno dalle onde di tempesta, apporteranno sufficienti sostanze nutrienti per permettere alla vegetazione pioniera, rappresentata soprattutto da piante alofite, l'inizio della colonizzazione. Questi nuovi inquilini aggiungeranno l'humus al terreno.
Tutto ciò permetterà alla natura stessa di riprendersi i suoi territori, con un evidente impegno da parte dell’uomo, che controllerà e preserverà il futuro ecosistema dando importanza anche ad aree adibite alla balneazione ed al passeggio. Diversi i benefici derivati dalle dune stesse: sono elementi geomorfologici in grado di fornire sabbia alla spiaggia antistante, soprattutto nelle fasi di deficit (serbatoi sedimentari); in termini di rete ecologica, e più in generale di conservazione dell’eterogeneità geologica e biodiversità, le dune costiere possono svolgere ruoli articolati (zone tampone, corridoio ecologico); vestono un ruolo strategico, quale riserva di acqua dolce, nel contrastare l’intrusione del cuneo salino.
Ancora una volta mirando all’ottimo per ottenere un sufficiente aspetto positivo per la nostra città. Le idee sono tante nell’immaginario collettivo ed il nuovo Torrese, che ha ormai lasciato alle spalle quell’ipocrisia, reduce anche di una recente emergenza la quale ci ha fatto notare come il pianeta Terra soffre, e quindi con la giusta consapevolezza, sogna anche un semplice spazio verde e curato dove passare le giornate.
Dando valore a quanto fatto in passato dall’ ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e tenendo bene a mente quanto è importante preservare e ripristinare gli ambienti che ci circondano, si vuole dare importanza a questo territorio facendo un passo avanti prima che lo faccia qualche nuova assurda idea di cementificazione...
Un’idea che impone il rispetto delle regole, da realizzare quanto prima".
La domanda è: siamo in grado di cacciare i nostri fantasmi o vogliamo solo essere la leggenda dello spettro di Donna Fulgida?