A cura di Enza Perna

Trentasei anni fa morivano il maresciallo Luigi D’Alessio e la sedicenne Rosa Visone.  

In piazza De Nicola, il Comando Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata, guidato dal colonnello Filippo Melchiorre, il sindaco Vincenzo Ascione e la vedova D’Alessio, hanno ricordato la triste ricorrenza datata 8 gennaio 1982. Fu in quel giorno di 36 anni fa che il maresciallo D'Alessio, in servizio presso la caserma oplontina, si imbattè in due camorristi che furono fermati ad un posto di blocco. I malviventi tentarono di sfuggire al posto di controllo e ne scaturì un conflitto a fuoco nel quale persero la vita lo stesso carabiniere e la giovane Rosa Visone, raggiunta dai proiettili vaganti.

Alla cerimonia erano presenti autorità, l’associazione Libera e alcuni membri dell’Amministrazione comunale.

«Torre Annunziata negli anno 80 era terra di morte - ha affermato il primo cittadino -. Due persone innocenti persero la vita per il male che ha afflitto per decenni la città, la camorra. Noi oggi dobbiamo celebrare la vita, la nostra città deve tornare a vivere ed eliminare il più possibile la delinquenza».

Una breve lettura del giuramento dei Carabinieri, accompagnato dalla triste esecuzione con la tromba del “Silenzio militare”.

Tre le parole chiavi. Coraggio, virtù, dovere, doti che appartenevano al maresciallo D’Alessio. Morì per aver svolto il suo lavoro. Riconobbe su una vettura di grossa cilindrata due pericolosi camorristi, legati al clan Cutolo, latitanti da tempo. Dopo un inseguimento, D'Alessio scese e chiese i documenti, ma fu sorpreso dalla estrema rapidità con cui furono sparati numerosi colpi di pistola. Il maresciallo cadde esanime, con il corpo crivellato, a soli 41 anni.

Intanto, a 36 anni dalla sua scomparsa, quella ghirlanda di rose rosse e blu, posta davanti al monumento in suo onore realizzato proprio di fronte alla sede del Comando Gruppo della Benemerita, rappresenta un passato amaro che ci riporta indietro nel tempo, quando Torre Annunziata era “persa”. 

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