Anche questo anno sta per concludersi. Abbiamo raccontato storie di molte persone sofferenti che rappresentano, purtroppo, gli emarginati della nostra società. E mentre tutti si accingono a rendere memorabile questo Natale, noi ancora una volta vogliamo porre l’attenzione su un mondo sconosciuto, persone che ci appartengono e che sono una realtà, troppo spesso dimenticata.
Sono i pazienti del S.I.R. (Struttura Intermedia Residenziale) "San Giovanni di Dio" del Distretto Salute Mentale di piazza Cesàro dell'Asl Na 3 Sud, coordinato dal dottor Aniello Paciello, dalla dottoressa Carla Ambrosio e da un team di esperti qualificati.
La struttura ha voluto rendere particolare il Natale ai suoi pazienti, organizzando una “Tombola Scustumata” nella mattinata di mercoledì 21 dicembre
«Questa iniziativa - racconta il dott. Paciello - nasce dal desiderio di esseri vicini a coloro i quali hanno più bisogno di amore e affetto. Sono i fragili della nostra società. Il nostro centro diurno ospita diversi pazienti, di diverse età, che hanno particolari problematiche di natura mentale. Ognuno ha bisogno di cure e attività soggettive, e per otto ore al giorno vengono qui da noi».
Giovani, adulti, donne, uomini. Ogni giorno svolgono attività per portare avanti un percorso di riabilitazione: la lettura, la musicaterapia, attività fisica, laboratori creativi, escursioni culturali.
L’ex sede dell’ospedale di Torre Annunziata ha cambiato volto. Gli spazi aperti sono ben curati e ornati da aiuole. Stanze soleggiate e imbiancate. Si respira aria di solidarietà, amore. L’immagine di una grande famiglia. Tutti i presenti, assieme ai loro dottori e ai loro familiari, si sono divertiti a cantare, ballare, assistere al cabaret del comico Paolo Neroni. Abbracci, sorrisi, tenerezze. Un grande presepe interamente realizzato dai pazienti e un albero addobbato facevano da cornice a questa mattinata “diversa”. Piccoli gesti o momenti di condivisone del genere, per molti banali, sono invece di grande rilevanza per chi si sente emarginato per l’intero anno.
I ragazzi erano contenti di essere “intervistati”, felici della presenza dei due consiglieri comunali Rocco Manzo e Vincenzo Ascione. Mi hanno rivolto delle domande sul mio lavoro, cercavano di interagire. Per loro il volto nuovo è come un’integrazione. Anche un piccolo gesto, come una stretta di mano, una foto, rappresenta un passo in avanti. Quei lunghi corridoi, ormai abbelliti da quadri e oggetti, sono per tanti una casa.
Ciò che risalta è il modo di lavorare di dottori, infermieri, assistenti. Due caratteristiche vengono fuori da questo incontro. Rispetto e umanità per il prossimo. Qualità indispensabile nel mondo sanitario, ma in questo settore definito “grigio” lo è ancora di più.
Allora il nostro augurio non è rivolto solo a chi soffre, ai meno fortunati ma anche agli “angeli custodi” che ogni giorno regalano una speranza.
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