Stop alle udienze. Nella mattinata di giovedì 13 ottobre i magistrati hanno dovuto fare a meno di cancellieri e assistenti. I lavoratori degli uffici giudiziari, di Procura e Tribunale di Torre Annunziata, protestano nel piazzale antistante il palazzo di giustizia. Denunciano, rivendicano diritti dopo la scelta del ministro Andrea Orlando di “reclutare” personale proveniente da altre amministrazioni, come ad esempio i portantini della Croce Rossa, privi di titoli e competenze specifiche.
«Da anni ormai il personale degli uffici giudiziari - sostiene Eliana Russo, funzionaria - è diminuito, ed p sempre più in avanti con l’età. Riusciamo ad assicurare con affanno i servizi di cancelleria urgenti, tralasciando quelli ordinari. E’ impensabile ritenere che ci venga affidato personale di altri enti. Si è tenuto conto solo della tabella di comparazione stipendiale. Ma le competenze dove sono? Come si può garantire un servizio al cittadino? Questa è una scelta scellerata del Governo».
Cancellieri, operatori, assistenti. Lavoratori che hanno un bagaglio di esperienza ventennale. «La nostra non vuole essere una lotta contro un altro lavoratore - afferma Filomena Sorrentino, assistente della Sezione Lavoro -. Non vogliamo una guerra tra lavoratori. Qui si rivendica un diritto, una scelta sbagliata per noi e per la cittadinanza stessa. Ogni giorno è una battaglia. Far fronte alla mole di lavoro che abbiamo richiede sacrificio, impegno ma soprattutto competenze, linguaggio tecnico, conoscenza della materia».
In molte città d’Italia c'è stata la protesta. Una scelta, quella del Governo centrale, che ha determinato malcontento in tutti i tribunali italiani.
«Il ministro Orlando - sottolinea Francesco De Felice - richiede, anche per una esigua parte del proprio personale dipendente storico, titoli ed esami per un avanzamento di carriera. Oltre il danno anche la beffa. Noi siamo stanchi, invecchiati, senza avanzamenti di carriera da anni, miseramente stipendiati e sottoposti ad un carico di lavoro sempre più in aumento. La nostra è una giusta rivendicazione della specifica professionalità acquisita in anni di autoformazione e chiediamo soprattutto una progressione in carriera».
Queste voci continueranno ad urlare e a reclamare i loro diritti. Intanto, se così stanno le cose, finiremo nel caos totale. E chissà che un giorno non ritroveremo un cancelliere in sala operatoria.
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