A cura della Redazione
Sembrerà sconvolgente, assurdo, paradossale, anacronistico. Ma dalle nostre parti è diventata quotidianità: la notizia è che l´aeroporto internazionale di Napoli non è più in grado di fornire un´assistenza adeguata alle persone con disabilità. L´accettazione manca di personale predisposto allaccoglienza e competente; dovunque ti giri e chiedi: scusi per l´assistenza?, ti rispondono con la solita faccia inebetita, o anche solo colpevolmente inebetita: Non saprei, chieda al collega. Un collega che ovviamente non cè mai, e se cè nulla sa e nulla farà mai per aiutarti. Nonostante ci sia una legge da rispettare e che nessuno rispetta. Un teatrino dellinefficienza, assolutamente fuori dal mondo.
È giunta l´ora di dire basta, di far sentire unanime la nostra voce. Se nessuno mai si ribella e si ribellerà, vivremmo sempre nel lassismo più totale, convinti che si faccia così, perché è comodo fare e agire in questo modo. In totale dispregio di tutte le norme, anche internazionali, che garantiscono diritti evidentemente non validi (secondo loro) per lItalia.
Lancio una proposta: perché non facciamo in modo che tutte le autorità napoletane (Sindaco in primis), vestano per un paio di giorni i panni del disabile, camminando e girando per la città in sedia a rotelle? Se così non facciamo, non faranno, le condizioni reali dei disabili non verranno mai comprese, perché chi non ha il problema non se lo pone e non ha alcun interesse di porselo. Sarà perché sono fresco di studi storici, ma a parer mio bisogna tornare alle parole di DAzeglio che diceva: Fatta lItalia, bisogna fare gli italiani. Un pensiero tuttora attualissimo, perché è una questione di (inaccettabile) mentalità tutta italiana. Occorre una svolta radicale concreta e non campata in aria per smuovere una volta e per tutte le autorità e tutti coloro che lavorano per garantire unaccoglienza uguale per tutti: il futuro è adesso e non domani.
DARIO RICCIARDI