A cura della Redazione

Non c’è bisogno che aggiunga altro. Sarà capitato a qualsiasi giocatore, almeno una volta nella vita, di porsi una simile domanda. E come per tutti i giochi esistenti, anche per le slot machine si è sempre pensato che sia effettivamente possibile adottare strategie e sotterfugi per ottenere grandi vincite in modo semplice e garantito.

La storia è piena zeppa di personaggi che potrei citare, i quali hanno tentato con più o meno successo di truccare le macchinette mangiasoldi, tra tutti il popolarissimo Tommy Glenn Carmichael. Oggi, tuttavia, complice lo sviluppo di moderni e sofisticati sistemi di sicurezza, manomettere i sistemi di gioco rappresenterebbe un’impresa decisamente ardua. 

In questo articolo, infatti, vorrei proprio approfondire insieme a voi questo argomento: è ancora possibile hackerare i moderni sistemi ludici da casinò?

Gli hacker delle vecchie macchinette fisiche

Negli anni in cui si frequentavano ancora le sale-giochi fisiche, ricordo in maniera abbastanza nitida che c’era sempre qualcuno che sosteneva di aver trovato un sistema efficace per truffare le slot. C’è chi riteneva che il segreto fosse quello di conoscere il gestore delle macchinette, così da potergli chiedere quando fosse il momento opportuno di puntare una monetina.

Ai tempi era opinione diffusa che le macchinette, dopo aver riscosso un certo numero di entrate, cominciassero ad elargire vincite in modo da “svuotarsi” fisiologicamente. Qualcun altro, invece, credeva che si potesse manomettere i codici del dispositivo e ottenere giocate illimitate gratis. Una delle leggende che più mi è rimasta impressa, tuttavia, riguardava l’utilizzo di pezzi di ferro o calamite da avvicinare alla mangiasoldi per mandarla in tilt.

Dopo moltissimi anni, in effetti, ho finalmente scoperto quale nome si celasse dietro a quella suggestiva leggenda metropolitana: Tommy Glenn Carmichael. Fu proprio lui, infatti, che intorno agli anni ‘80 trovò un semplicissimo stratagemma per sbancare le macchinette dei casinò, che venne poi denominato “top and bottom joint”.

Attraverso un filo di ferro inserito nella fessura del dispositivo era possibile inviare segnali elettrici alla macchinetta e indurla ad erogare tutte le monetine al suo interno. Non saprei ben dire per quanto tempo il Carmichael sia riuscito ad utilizzare questo sistema prima di essere arrestato, ma pare che nel giro di pochi anni sia riuscito a guadagnare la bellezza di 45 milioni di dollari.

La differenza con i moderni software online

Inutile che sottolinei l’incredibile evoluzione che dagli anni ‘80 fino ad oggi ha investito le infrastrutture digitali e i sistemi di sicurezza del settore gaming. Una delle sostanziali differenze tra passato e presente, infatti, sta proprio nel fatto che le macchinette mangiasoldi sono state quasi completamente sostituite dai software di gaming online, raggiungibili ormai comodamente tramite un computer o un dispositivo mobile.

A causa degli innumerevoli tentativi di truffa subiti nel corso della storia, inoltre, piattaforme per il gambling hanno gradualmente perfezionato i propri sistemi anti-frode, con la conseguenza che ormai i moderni di titoli che offrono sono ormai praticamente infallibili. Una delle più potenti armi sviluppate per i titoli online prende il nome di RNG (Random number generator), e provo a spiegarvi in parole semplici il suo funzionamento:

  • La tecnologia RNG consiste in un generatore di numeri o sequenze di numeri casuali che non possono essere previste in alcun modo. Questo sistema, insomma, fa sì che tutti gli esiti e i risultati del gambling siano assolutamente casuali e non manipolabili. Non posso dire di aver provato personalmente ad hackerare le macchinette che utilizzano questa tecnologia, ma posso immaginare che non si tratta proprio di una passeggiata.
  • A ciò si aggiungono, peraltro, i controlli sempre più rigidi da parte dei provider e degli organismi di regolamentazione. Le piattaforme con regolare licenza, infatti, sono soggette ad un monitoraggio estremamente attento al fine di evitare qualsiasi attività fraudolenta o eventuali pratiche di gioco illegali. La sola combinazione di questi due elementi, a mio parere, basta per allontanare l’idea di qualsiasi mossa da furbetti.

È possibile hackerare i titoli digitali?

Se le mie premesse non dovessero essere bastate a rispondere alla domanda, la risposta è no. I moderni software digitali, come già anticipato, girano su robuste infrastrutture web e sono protetti da sistemi di sicurezza incredibilmente avanzati. Il generatore di numeri casuali, da un lato, evita che i risultati vengano manipolati in qualsivoglia modo.

Nel caso in cui si riesca comunque a sfruttare una falla nel sistema, le autorità di vigilanza sono in grado di intervenire prontamente in caso di vincite anomale. Ma questo non vale soltanto per i sistemi online, ma anche per le macchinette mangiasoldi fisiche che ancora vedo sopravvivere all’interno di bar e sale giochi in tutto il mondo.

Anche le apparecchiature AWP e VLT, infatti, sono dotate di sistemi di sicurezza simili e certamente non possono essere mandate in tilt da un filo di ferro o da una calamita come negli anni ‘80. Si tratterebbe, ad ogni modo, di una pratica illegale che non consiglierei mai di seguire in nessun caso.

Imbrogliare o tentare la fortuna?

Lungi da me considerarmi un individuo eticamente al di sopra di tutti, so bene quanto possa essere allettante l’idea di poter guadagnare cifre esorbitanti ricorrendo a imbrogli o infallibili escamotage. Sono, però, consapevole anche dei rischi che l’imbroglio porta con sè e (ahimè) devo ammettere che affidarsi alla dea bendata rappresenta comunque un rischio di gran lunga minore.