La Juventus patteggia con la Procura Federale in merito alla cosiddetta manovra stipendi.
Per il club bianconero nessuna penalizzazione bensì un'ammenda da 718.240 euro. Stralciata la posizione dell'ex presidente Andrea Agnelli, la cui trattazione è rinviata all'udienza del 15 giugno. Per lui quindi ci sarà il processo innanzi alla giustizia sportiva.
Altri 170mila euro complessivi sono stati irrogati come sanzione a 7 esponenti della società.
Il Tribunale Federale ha preso atto delle proposte di accordo tra Procura e società. La Juve se la "cava" solo con una multa. In cambio, il club rinuncia a presentare ricorso contro le decisione della Corte Federale del 22 maggio scorso (la penalizzazione di 10 punti per il caso plusvalenze) e del Collegio di Garanzia del Coni del 20 aprile.
Erano quattro i capi di imputazione contestati: “manovre stipendi 2019/2020 e 2020/2021”, rapporti con taluni agenti sportivi, taluni presunti “rapporti di partnership” con altri club.
LA NOTA DELLA JUVENTUS
La Società, pur ribadendo la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive ha ritenuto di accedere all’applicazione di sanzioni su richiesta ex art. 127 CGS nei termini sopra indicati nel miglior interesse della Società stessa, dei suoi azionisti e di tutti gli stakeholders (sia appartenenti al mondo dello sport che non). La definizione di tutti i procedimenti sportivi FIGC aperti consente infatti alla Società di conseguire un risultato certo, mettendo un punto fermo e superando lo stato di tensione e instabilità che inevitabilmente discenderebbe dalla prosecuzione di contenziosi incerti negli esiti e nei tempi, permettendo inoltre al management, all’allenatore della Prima Squadra e ai giocatori di concentrarsi sull’attività sportiva ed in particolare sulla programmazione complessiva della prossima stagione (sia con riferimento alle attività sportive che per quanto attiene ai rapporti di business con gli sponsor, le altre controparti commerciali e quelle finanziarie).