Le pagelle di Napoli-Fiorentina. Tra il serio e il faceto... (a cura di Petronio).
Karnezis – voto 6. Continua la staffetta tra il portiere greco ed Ospina, in attesa che Meret si ristabilisca dall’infortunio e prenda definitivamente possesso della porta azzurra. Pomeriggio tranquillo per l’estremo difensore che viene impegnato una sola volta da una conclusione centrale di Eysseric.
Koulibaly – voto 5,5. Inizio di gara sofferente per il centrale senegalese. Sbaglia qualche passaggio di troppo e in più di un’occasione Simeone prima e Chiesa poi lo mettono in difficoltà, senza però riuscire a creare pericoli seri per la porta azzurra. KK sembra essere ancora lontano dai livelli di onnipotenza raggiunti durante la passata stagione quando, grazie soprattutto al suo strapotere fisico, spazzava via gli attaccanti avversari come se fossero rami di un albero durante l’uragano Sandy.
Maksimovic – voto 6. Debutto stagionale per il difensore serbo che, con indosso la maglia azzurra, non vedeva il campo da nove mesi. Gara solida quella di Nikola, che non è apparso mai in difficoltà durante le rare incursioni offensive della Fiorentina. A fine match, ai microfoni di Sky Sport, ha indirizzato parole al veleno nei confronti di Maurizio Sarri: «Ancelotti sa utilizzare tutti, non solo 11 come lo scorso anno». Che sia l’anno buono per capire se quei famosi 28 milioni versati da De Laurentiis nelle casse di Urbano Cairo quattro stagioni or sono siano valsi realmente la pena?
Hysaj – voto 5,5. Il solito compitino per il terzino albanese che non toglie e non dà. Ma almeno stavolta ha risparmiato quadricipiti e polpacci degli avversari, visto che praticamente non si è mai spinto in avanti. Biraghi e Pezzella sentitamente ringraziano.
Mario Rui – voto 6. Malino il primo tempo, molto meglio nella ripresa. Qualche buona incursione sulla fascia di competenza e ottima scelta sui tackle che affondava, in particolare in una circostanza su Chiesa lanciato a tutta velocità. Non sarà un fenomeno (ed è evidente), ma l’impegno e la determinazione che ci mette sono encomiabili. Nel frattempo Ghoulam sembrerebbe pienamente recuperato (il condizionale è d’obbligo) e, tempo qualche altra settimana, dovrebbe ritornare ad appropriarsi della fascia sinistra.
Hamsik – voto 6. La vera notizia è che questa volta non è stato sostituito. Da Benitez a Sarri, passando per Ancelotti (nelle gare con Lazio e Milan, quella con la Samp è partito dalla panchina) il comune denominatore stava nel fatto che il capitano non terminasse mai la partita. Match tutto sommato sufficiente per Marekiaro (che in settimana ha presentato l’omonima autobiografia a Castelvolturno) che sta provando ad adattarsi, non con poche difficoltà, al nuovo ruolo di regista. Lo si è rivisto anche in zona gol, ma la sua conclusione ha ampiamente sorvolato la porta difesa da Fabianski.
Zielinski – voto 5,5. Ci si aspetta sempre tanto dal centrocampista polacco, ma non sempre le sue prestazioni sono fedele riflesso del suo indiscutibile talento. Anche questa volta, così come a Genova con la Sampdoria, Piotr si è acceso ad intermittenza senza però riuscire ad incidere in maniera significativa sull’andamento della partita. Da segnalare un’accelerazione devastante palla al piede (una delle sue migliori doti) che ha lasciato praticamente fermi tre calciatori avversari e conclusa, purtroppo, con un tiro di sinistro alto sulla traversa.
Allan – voto 6,5. Continua ad essere uno dei migliori (se non il migliore) dei suoi. Un calciatore commovente, tanta è la voglia e la determinazione che ci mette ogni volta che scende in campo. E poco conta se dopo l’ennesimo contrasto, l’ennesima palla rubata e l’ennesima incursione calcia di sinistro praticamente vicino la bandierina del calcio d’angolo. Un suggerimento agli uffici di segreteria del Calcio Napoli: fatene tante fotocopie in 3D!
Callejon – voto 5,5. Partita senza particolare sussulti per Jose. Torna titolare dopo il turno di riposo concessogli da Ancelotti a Marassi ma si rende pericoloso in una sola occasione, quando su un lancio col contagiri di Zielinski colpisce la palla al volo spedendola, però, ad un metro e mezzo circa dal palo sinistro della porta difensa da Fabianski. Al minuto 70 lascia il posto ad Ounas (s v.).
Mertens – voto 5,5. Ancora evidenti le difficoltà di condizione atletica per Dries in questo inizio di stagione. Nel corso della prima frazione di gioco non si è praticamente mai visto e, nel secondo tempo, poco prima di essere sostituito ha sfiorato il gol con una delle sue giocate marchio di fabbrica (partenza da sinistra, rientro sul piede destro e tiro a giro sul secondo palo). Torna presto!
Milik – voto 6,5. Subentra dalla panchina al posto di Mertens al 57’. Poco da segnalare fino al 79’ quando con un’imbucata perfetta serve ad Insigne l’assist del gol dell’1-0. Tanto basta per fargli meritare la sufficienza piena.
Insigne – voto 7. Si è ripreso il Napoli, Lorenziello. Ed era ora. Ancelotti gli affida l’inedito ruolo di prima punta e Il Magnifico lo ripaga con una prestazione assolutamente convincente. Il gol che regala la vittoria agli azzurri è da vero centravanti, stop impeccabile e tiro preciso ad incrociare. Nulla da fare per Pezzella e Fabianski, annichiliti dalla rapidità d’esecuzione del numero 24. Avanti così.
Ancelotti – voto 6,5. Ridisegna nuovamente lo scacchiere azzurro con il 4-4-1-1 o 4-4-2 (scegliete voi) e questa volta ha ragione lui. Non perché la prestazione del Napoli sia stata esaltante, tutt’altro. Ma è giunto il momento di lasciarsi alle spalle il triennio di Sarri (che nel frattempo, ieri pomeriggio contro il Cardiff, ha fatto cinque vittorie su altrettante gare disputate con il suo Chelsea in Premier League), di uscire dall’ottica del bel gioco; della squadra raccolta in venti metri; degli automatismi quasi perfetti; delle dieci/dodici occasioni create e dei quattro/cinque gol a partita. Sarri non c’è più. Quel Napoli non c’è più. E benché si continui costantemente ad avvertirne la nostalgia, c’è da fare i conti con il presente. E il presente dice Carlo Ancelotti, dice concretezza; dice rotazione di uomini e moduli;dice nove punti in quattro partite.