Una condanna non può essere mai dolce, ma nel Napoli essere costretto a vincere sempre scatena tanta adrenalina da procurare sensazioni comunque piacevoli. Perfino una trasferta qualunque, come quella che ha portato la squadra a Firenze, diventa occasione per mostrare il consenso popolare che gli eroi di Torino catalizzano dalla scorsa domenica. Sono dettagli che descrivono l’eccezionalità del momento e che fanno dello spettacolo calcio un evento non paragonabile a nessun altro. Ai calciatori capita addirittura di sentirsi più forti quando segna un gol all’Inter Douglas Costa, uno degli juventini che verso la porta difesa da Pepe Reina non avevano mai tirato nei 90 minuti che hanno rivalutato una stagione già straordinaria. La rivalità per lo scudetto vive di queste finezze psicologiche, si misurano anche le reazioni quando capitano episodi che possono segnare una partita, come l’espulsione di Vecino o il gol annullato dal VAR a Matuidi.
Le maglie nerazzurre diventano azzurre quando Icardi sale da solo in area o quando Barzagli firma la più ingloriosa delle autoreti. Non c’è più spazio per i sentimenti: il campione del mondo che nel 2006 aveva dato a tutti noi che campioni non lo siamo mai stati l’illusione che si potesse anche essere normali per vincere una coppa del mondo. I colori si stemperano, torna il bianco e nero con Cuadrado e il meno amato di tutti, Higuain core ‘ngrato. Il modo peggiore per risvegliarsi da un sogno: Higuain non segnava da settecento minuti, un tempo sconosciuto a chi (pure grazie al Napoli di Sarri) aveva battuto tutti i primati in fatto di gol. Si è risvegliato all’ultimo minuto di una partita che la Juventus ha fortemente rischiato di perdere. E, anche nell’albergo di Firenze si è tornati a discutere sul punto fondamentale che divide Juventus e Napoli, Torino e Napoli, il vecchio e il nuovo che prova a ritornare.
E’ finita che la partita vista in tivù ti è costata tanta fatica che avresti voluta giocarla tu. E invece oggi te ne tocca un’altra, altrettanto dura, ugualmente straimportante. Particolari che influiscono sulla lotta scudetto fino a imporre la contemporaneità nelle ultime due giornate. Perché, comunque la pensiate, non è ancora finita. Per il Napoli c’è subito il dovere di battere la Fiorentina. E poi si ricomincia.
* Già direttore di Sky Sport