È il giorno che nessun tifoso napoletano avrebbe mai pensato di poter vivere negli anni del Grande Buio: Napoli e Juventus avversarie alla pari per giocarsi una (gran) parte dello scudetto. Per giunta con il Napoli pure leggermente favorito per quei due punti di vantaggio in classifica e per la vittoria conquistata nel girone d’andata. Scene che riportano l’orologio della memoria indietro, fino al 1990, la stagione del secondo scudetto vinto del Napoli di Maradona. Tempi che sembrano quasi archeologia dopo che la fuga e la fine ingloriosa di Dieguito spinsero squadra e città sportiva in un inferno durato decenni. Una distanza sufficiente a far nascere una generazione di piccoli juventini che sabato forse non sapranno per chi tenere: oggi è inconcepibile trovare un ragazzino che non straveda per Higuain o per Pepe Reina o per il geniale Lorenzo Insigne. È facile, anzi scontato con una squadra che diverte come non accadeva proprio dall’epoca Maradona. In quel buco nero risultava, invece, quasi impossibile convincere un figlio a tifare per Turrini o Asta.
Il Napoli giocava nello stesso campionato del Savoia, in verità accadde per una sola annata, 1999-2000, e il modo in cui fu scippata a Torre la partita dello scontro diretto ancora brucia. Lo stadio Giraud fu considerato non idoneo ad ospitare le due tifoserie e ci ritrovammo tutti insieme sulle tribune ad ascoltare la radiocronaca della partita che non ci fu. Perché quella giocata ad Avellino (campo neutro) fu tutta un’altra cosa, una triste comparsata finita per il Savoia con un rigore fallito da Ghirardello. Allora per i torresi il Napoli era il nemico, Ferlaino il presidente che non amava la provincia innamorata del proprio simbolo, addirittura più antico della SSC Napoli.
Diciassette anni e tre mesi dopo è tutto cambiato. Un altro scippo, ancora impunito, ci ha tolto il Savoia, diventata per noi una squadretta di undici sconosciuti che gioca su un altro campo con un’altra maglia. Il Napoli è diventata una squadra che tremare la Juve fa. Molto più di una partita, da giocare a Torino nell’impianto più bello che ci sia oggi in Italia. Un gran galà che con la sua bellezza e il suo sfarzo riporta il Calcio al centro del villaggio Europa. Tutti guardano a Juve-Napoli, tutti provano ad anticiparne lo svolgimento, anche a Torre Annunziata dove le ultimissime generazioni poco sanno del Savoia e di quella volta che al Napoli faceva anche un po’ paura venire a giocare al Giraud.
Non resta che aspettare poche ore e poi sapremo se saranno il bianco e l’azzurro o il bianco e il nero i colori della felicità. In comune hanno il bianco e per noi bianco riporta a una categoria dello spirito e non al tifo di una squadra: questo è il Savoia per me e - credo - anche per moltissimi di voi. Il Grande Buio tocca a noi, purtroppo. Proviamo a divertirci.
(foto Cuomo - sscnapoli.it)