Giacomo Giorgio, noto per aver interpretato il personaggio di Ciro Ricci in Mare Fuori, quello di Federico Lentini in Doc – Nelle tue mani e, attualmente quello di Enrico De Marchi in Belcanto, nei giorni scorsi sarebbe stato avvistato in atteggiamenti molto intimi con Desierée Popper, ex volto di Uomini e Donne. La segnalazione era arrivata a Very Inutil People. “Sabato sera al Volt di Milano, Giacomo Giorgio che limonava Desirèe Popper (mi veniva troppo da ridere: Ciro) e la moglie del comandante, ride ndr). Comunque lei bellissima!”.

In una recente intervista rilasciata a Fanpage, l’attore ha parlato della sua vita privata: “Proteggo molto la mia vita privata. È una necessità, se non facessi l’attore non me ne fregherebbe niente. È solamente un’esigenza tecnica. La verità per chi fa il mio mestiere deve rimanere personale. Se qualcuno conoscesse realmente come sono, poi non mi crederebbe più vedendomi nelle vesti di Ciro o di Enrico”.

A tal proposito ha precisato i gossip su lui. A domanda diretta: “Come gestisci i flirt che negli anni ti hanno attribuito e ti attribuiscono? Il più recente Victoria Stella Doritou e Desirée Popper”, ha risposto: “Li ignoro. Ognuno può scrivere e pensare ciò che vuole. Se li confermo? No. Non sono veri, penso che una persona sia libera di frequentare nella vita colleghi e non necessariamente se vai a cena con un’attrice o con un’amica modella c’è un flirt. Esiste anche l’amicizia tra uomo e donna. Se in queste circostanze c’è anche dell’altro, saranno fatti miei”.

Giacomo Giorgio ha poi aggiunto: “Non ho un piano B. Ho sempre creduto di poter fare bene l’attore. Sapevo che prima o poi avrei avuto la mia opportunità. Forse è arrivata proprio perché non avevo un piano b: ero alle strette con un un’unica via di salvezza […] Non guardo le etichette. Non mi piace né astro nascente del cinema, né della tv, né del teatro. Voglio essere una persona che possibilmente fa bene il suo lavoro, il più a lungo possibile e al meglio delle sue capacità. C’è troppa ghettizzazione nel mio mestiere, si fanno troppe classificazioni”.