L’esclusione di Tony Effe dal concerto di Capodanno al Circo Massimo di Roma ha sollevato un enorme polverone mediatico. Molti fan dell’ex membro della Dark Polo Gang hanno iniziato a parlare di censura, e lo stesso hanno fatto tanti artisti, tra cui Emma Marrone, Noemi e Lazza. C’è anche chi – in segno di solidarietà nei confronti del trapper romano – ha deciso di sfilarsi dall’evento: Mahmood e Mara Sattei, infatti, hanno annunciato che non saranno sul palco. Tuttavia, c’è anche chi la pensa diversamente. Ginevra Lamborghini, ex concorrente del Grande Fratello Vip, ha spiegato in una serie di stories su Instagram perché ritiene sbagliato utilizzare la parola censura nel caso di Tony Effe.  

Le parole di Ginevra Lamborghini

Io non ho nulla contro Tony Effe eh per carità. Ma questa “solidarietà” tra artisti che gridano alla censura me pare proprio una cosa ridicola. Si perché quando c’è da essere solidali per questioni importanti, che ci riguardano davvero nel privato ci giriamo tutti dall’altra parte e si fa spallucce. Poi però se censurano Tony Effe no eh, boom di solidarietà. Sinceramente trovo sia una ipocrisia allucinante. Stiamo parlando di Tony Effe… censura di che?

Avessero censurato un Rino Gaetano odierno, un De Gregori del nuovo millennio, artisti che sono stati scomodi per il loro pensiero politico più volte espresso nelle loro canzoni, o lo stesso Fedez toh, lo potrei pure capire. Ma Tony Effe. Non è ora di cambiare registro? Questa narrazione che fa molto “so fico” utilizzando la donna come oggetto a me francamente ha rotto, e quando vedo i ragazzini emulare questi esempi giuro
mi si spezza il cuore. Detto ciò, per me non è una censura. Chiamarla censura significa fare polemichetta da due soldi

Censura di cosa? Questa semmai è una scelta di stile. Non ci vedo la censura, che poi è un atto brutale. Avranno detto: siamo sicuri che dato i tempi e i dati alla mano, come quelli sui femminicidi, è il caso di portare questi testi ad un evento?

Poi ci si dimentica del contesto. Pensate al concerto di capodanno, sarà ad ingresso libero e pieno di famiglie e bambini e ragazzini. Siamo sicuri che è giusto che quei testi vengano ascoltati dai più piccoli. Sicuri che a un bambino di otto anni quei testi facciano bene?”.