Manuel Bortuzzo ha scritto un’autobiografia nella quale ha volutamente omesso di parlare della sua esperienza al Grande Fratello Vip. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il nuotatore ha spiegato i motivi di questa scelta: “Non ho dato spazio volutamente al Grande Fratello, tutto quello che c’era da dire l’hanno già raccontato le telecamere, si è visto tutto. E poi non voglio essere ricordato come il ragazzo del Grande Fratello, vorrei essere considerato l’atleta che raggiunge i suoi obiettivi”.
Proprio nella Casa di Cinecittà, Manuel ha conosciuto Lulù Selassié, con la quale ha vissuto una storia d’amore giunta però al capolinea. L’ex vippone ha rivelato di essere single: “Non sono innamorato attualmente. Ma non voglio avere l’ansia di cercare l’amore. Magari tra mezz’ora esco e incontro la donna della mia vita. Sono sereno, arriverà al momento giusto”. Bortuzzo non ama neanche le avventura di una notte: “Non me ne faccio niente delle cose superficiali e non le voglio. Per questo ho pochi amici, pochi legami, ma molto profondi, sono legami diventati per me una bella famiglia. Cerco la semplicità nell’amicizia come in amore e cerco profondità”.
Poi, Manuel ha aggiunto: “Non è facile dire addio a una parte di sé nel fiore della giovinezza. Chi capisce questo riuscirà a starmi accanto sempre. Oggi sono più sereno e realista. So che posso essere felice, ma anche completamente disperato, mi accetto in ogni sfaccettatura, per quello che sono. Sento la mancanza di me, devo elaborare il lutto di me stesso, dire addio a una parte di me che è morta. E con questo devo fare i conti sempre, ogni momento della giornata, dalla mattina quando mi alzo, alla sera quando vado a dormire”.
E infine: “Sì, accetto anche la sedia, perché con la sedia ho fatto molte più cose di quelle che avevo fatto prima. Certo mi sento diverso, ma è normale, in ogni contesto tutti sono in piedi e sono l’unico seduto sulla sedia a rotelle, ma sono anche il primo a fare ironia e battute su di me. […] Per quanto si possa essere maturi, non si è mai pronti a ritrovarsi disabili da un giorno all’altro. Non è paragonabile a nulla, è peggio di un lutto, perché il lutto non tocca il proprio fisico, è come il lutto di sé”.