Simona Ventura si è raccontata a Belve: dalla pace con Barbara D’Urso e Mara Venier, alle malelingue e ai colleghi invidiosi, anche se ha preferito non fare i nomi di coloro che in passato l’hanno ferita.
Francesca Fagnani ha ricordato alla conduttrice una sua frase particolare: “Lei ha detto ‘per essere felice mi mancano ancora quei 5.000 cadaveri che devo lasciare sul mio cammino’. Ma è diminuito il numero dei cadaveri in questi anni, qualcuno l’ha visto passare in questi anni?”.
La Ventura ha detto di non ricordare chi fossero questi “cadaveri”: “Alcuni nemmeno me li ricordo, ma in effetti i cadaveri prima o poi passano. In questi anni ne ho visti passare parecchi. Io non aspetto il cadavere, ma se passano li vedo”.
Simona Ventura, colleghi invidiosi: "Sono iene che arrivano nei momenti di difficoltà"
“Sono odiata da quelli che nella vita vogliono essere come me. Sì è vero. Se sono stata molto invidiata? Penso di sì. A volte ho subito l’invidia e altre volta non me ne è fregato nulla. Se qualche volta l’invidia mi ha danneggiata? Penso di sì, soprattutto quando uno è debole le iene si presentano subito. Ci sono stati momenti di debolezza in cui ne hanno approfittato. Se parlo del mondo della tv e dei colleghi? Sì certo. Di chi sto parlando? Io adesso vivo un momento talmente bello che sinceramente ho già dimenticato questi danni che sono stati fatti.
Se il fatto di essere stata nel buco nero, essermi liberata, essere riuscita a ritornare… non dove ero, ma insomma, ci stiamo lavorando, se questo fatto e queste sofferenze e momenti bui mi hanno forgiato e mi hanno aiutato ad essere la donna che sono oggi, allora ben vengano i momenti bui. A chi direi un bel ‘vai a quel paese’? A tutti quelli che pensavano che fossi morta professionalmente e invece sono ancora qua, eh già”.