Ha fatto il postino a C’è posta per te per vent’anni, ma è stato anche tronista di Uomini e Donne e autore di Amici. Maurizio Zamboni ha lavorato per diverso tempo nei programmi di Maria De Filippi, poi, nel 2019, è arrivata la decisione di lasciare la televisione e in un’intervista rilasciata a TVBlog, ha spiegato i motivi di questa scelta.
“Era la fine del 1999 e Maria De Filippi stava testando le prime consegne per una nuova trasmissione inizialmente provò con dei modelli, ma notò che davanti alle persone facevano fatica a creare una relazione, a generare empatia. Fu Maurizio Costanzo a suggerirle di chiamare qualcuno dai villaggi. C’eravamo io e Rossella Brescia. Poi in una seconda fase si aggiunse pure Walter Zenga.
La prima busta? Venni mandato al luna park dell’Eur, dovevo consegnare la posta ad una signora e si trovò subito a suo agio. Si tratta di un gesto molto delicato, perché vai a toccare l’intimità di un individuo che ha qualcosa da risolvere. Bisogna portare rispetto e pensare che si sta portando un messaggio di pace, da parte di qualcuno che vuole chiedere scusa. Devi andarci con i piedi di piombo. Maria vide il provino della consegna e lo considerò perfetto come tempi, modi e impatto. Mantenne dunque quella traccia.
Ad Amici Collaborai per un periodo, nel 2005-2006, quando il talent includeva ancora i musical. Avevo una certa esperienza figlia dei villaggi e mi occupai di quello, aiutando i ragazzi nel mettere in scena i loro lavori. Mentre C’è Posta lo lasciai nel 2019 poco prima dell’arrivo del covid. Dopo venti anni di fila sentivo di aver chiuso il cerchio. Ho preferito”-
Cosa fa adesso Maurizio Zamboni
“Adesso abbiamo un’agenzia di animazione. L’ho fatto assieme al mio carissimo amico Antonio Alfieri. Si chiama Anima Vera ed è attualmente il mio lavoro. Facciamo lavorare 150 ragazzi, tra estate e inverno, dai 20 anni in su. Il mio sogno sarebbe quello di aprire le porte pure ad animatori 60-70enni. Penso che il lavoro dell’animatore sia da premiare in quanto socialmente utile. Parallelamente tengo anche dei corsi di formazione sulla comunicazione. Esatto, durante l’inverno tengo lezioni sul public-speaking insieme a mia moglie. I tempi della comunicazione sono cambiati clamorosamente e l’attenzione all’ascolto è diminuita. Noi proviamo ad intervenire su quei meccanismi che mantengono viva la conversazione”.