Pier Silvio Berlusconi si è detto soddisfatto dei risultati raggiunti da Mediaset in questa prima parte di stagione televisiva.
Cambiamenti importanti anche in casa Rai, che ha perso Fabio Fazio, Massimo Gramellini, Lucia Annunziata, Bianca Berlinguer e, per ultimo, Corrado Augias. Al riguardo, l’amministratore delegato del Biscione, in un’intervista al Corriere della Sera, ha commentato: “Non mi permetto di dare giudizi. Noi stiamo crescendo di ascolto da diverse stagioni, abbiamo cambiato passo dal 2020 dopo l’emergenza Covid. E contemporaneamente la Rai si è un po’ involuta, nel senso che si è dimenticata che prima di tutto “la Rai è la Rai”, il che significa istituzione e Servizio pubblico. Invece appena c’è un leggero calo di ascolti la sua risposta è aumentare il comportamento da tv commerciale, nella speranza di ottenere qualche decimale di share che poi non sempre arriva; una condotta autolesionista che alla lunga fa male a tutto il sistema televisivo. Una Rai ricca e potente (di idee e di prodotto) per noi è stata un grande concorrente, ma è servita a tenere alto il benchmark, perché la Rai è la guida del sistema editoriale italiano. Se invece si comporta da broadcaster commerciale questo ruolo istituzionale viene meno”.
Berlusconi ha poi affrontato anche i temi relativi all’arrivo di Myrta Merlino a Pomeriggio 5: “Si è trovata di fronte un compito molto arduo, rendere più serio e giornalistico il contenitore pomeridiano di Canale 5. I dati sono buoni: come ascolti siamo in linea con la scorsa stagione”. Parole, queste ultime, che appaiono come una vera e propria stoccata a Barbara D’Urso.
I numeri non sembrano rappresentare una preoccupazione per l’ad di Mediaset, soddisfatto della nuova formula adottata anche per quanto riguarda il Grande Fratello: “Stavamo rischiando di andare oltre. Anche se fosse, e non è così, meglio un punto di share in meno che cadere nella mancanza di rispetto”.
Nessun commento, infine, sul caso Giambruno, se non: “Dico solo che sono molto dispiaciuto e che ho letto ricostruzioni tragicomiche”.