Cosa accade dietro le telecamere del Grande Fratello? Qual è il ruolo degli autori nelle dinamiche e nei rapporti degli inquilini della Casa? A quanto pare, sarebbero state organizzate delle uscite non programmate per alcuni concorrenti. Ma non è come sembra.
La confessione di Cristina Plevani
Negli ultimi mesi si sono rincorse sempre di più frequenti indiscrezioni, più o meno confermate, secondo cui al Grande Fratello di reale e autentico ci sia veramente poco. Appena un anno fa ci aveva pensato Cristina Plevani, vincitrice della storica prima edizione del reality show, a mettere sotto torchio la produzione dichiarando che “I concorrenti sono pilotati. Se non ci fossero gli autori sarebbe di una noia mortale, perché i gieffini non riuscirebbero a portare avanti il gioco. Il format è stato snaturato e non ha più nulla a che vedere con l’originale. Non è più un reality ma uno show”. Lo scorso gennaio, invece, era trapelato un video in cui Wilma Goich confessava agli altri inquilini del Gf Vip di aver ricevuto un oggetto direttamente dagli autori: “No, me l’hanno dato loro!”.
Le parole di Gennaro Lillio
Insomma, ciò che sempre emergere è che la produzione sia la vera protagonista del reality, e ora anche Gennario Lillio sembra pronto a dire la sua. Il modello napoletano, che partecipò al Grande Fratello 16 (quello vinto da Martina Nasoni), ha deciso di parlare del programma durante un intervento nel format Podcast Espresso. Quando gli è stato chiesto quanto avesse percepito, lui ha risposto “Non ho percepito manco euro e, per quanto mi riguarda, non ho mai dovuto seguire una direzione. Giuro, non mi hanno mai pilotato a fare qualcosa”.
Dunque, nonostante le confessioni degli ex concorrenti, sembra che Gennaro non sia mai stato guidato dagli autori, ma non finisce qui: “Ho un aneddoto particolare da raccontare. Dopo sette puntate c’era questa cosa del diritto al voto. Loro non possono negarti il diritto. Loro ti chiamano in confessionale e di dicono ‘senti nella tua regione ci sono le elezioni’. Io dissi sì subito! Loro si organizzano e ti fanno uscire presto di mattina. Ero da due mesi chiuso lì dentro. Mi hanno accompagnato loro ed ero scortato. E questa cosa la racconto per la prima volta ora. Perché loro quando rientri ti chiamano in confessionale e ti dicono di non raccontare mai nulla di questo durante il programma. La mattina esco e mi fanno mettere occhiali e cappello. Appena esco arrivo al seggio accompagnato da loro. Mostro il mio documento, levo occhiali e cappello e nell’aula, le persone erano incredule”.
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